Dal 26 ottobre l’Italia ha una nuova legge elettorale, il Rosatellum, che prende il nome da Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, che lo ha scritto. Il dossier delle Acli ripercorre le diverse leggi elettorali che hanno caratterizzato la storia repubblicana prima del Rosatellum e illustra i punti principali del nuovo sistema elettorale. Affronta, inoltre, gli argomenti di maggior rilievo che hanno caratterizzato il dibattito politico-costituzionale e alcune questioni che la riforma pone ai partiti nell’imminenza della scadenza elettorale.
Dal 1948, per oltre quaranta anni (fino al 1993), il Parlamento nazionale è eletto con sistema proporzionale senza premio di maggioranza e modalità di elezioni differenziate tra Camera (l. 7 ottobre 1947, n. 105105 8) e Senato (legge 6 febbraio 1948, n. 29 ).
Infatti, la legge, nata per eleggere i membri dell’Assemblea Costituente (decreto legislativo luogotenenziale n. 74 del 10 marzo 1946), è utilizzata in tutte le successive tornate elettorali. L’unica differenza è data dalla distribuzione dei seggi del collegio unico nazionale, che avviene, per la Costituente, su una lista bloccata collegata alle liste presentate nelle circoscrizioni.
Per rendere i governi meno instabili, questo sistema è modificato con l\’articolo unico della legge n. 148 legge 31 marzo 1953 (la cosiddetta “legge truffa”) che, per la sola Camera, attribuisce un premio di maggioranza di 380 seggi alla lista o alla coalizione di liste che, in tutto il territorio nazionale, riesce a raccogliere il 50% più uno dei voti.
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