Dal vangelo secondo Matteo (Mt 14, 22-33)
Dopo che la folla ebbe mangiato, subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
“Signore, salvami”
A cura di don Riccardo Donà, assistente spirituale delle Acli di Trieste
Gesù in questo Vangelo rivela il suo essere venuto nel mondo, per morire e risorgere, soprattutto quando comanda agli elementi: “al vento e al mare”, è un racconto epifanico, dove Dio manifesta tutta la sua potenza creatrice.
I discepoli lo vedono camminare sul mare, la barca era agitata dalle onde, sono presi da paura, Pietro allora chiede a Gesù: ”Signore se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”, qui Pietro farà l’esperienza più travolgente della sua vita, che riguarderà la vita futura dei cristiani per sempre, dapprima la fede lo farà camminare sulle acque del mare, poi, la sua paura, la poca fede lo farà affondare.
Pietro è l’immagine della Chiesa, di ciascuno di noi quando, con e come lui gridiamo: “Signore salvami”, subito Gesù ci prende per mano e ci riporta a riva, la da dove eravamo partiti.
Questa è la prova della fede, quando a volte entriamo nei tunnel bui delle nostre vite, quando dobbiamo affrontare una operazione difficile, dalla quale non sappiamo se usciremo vivi dall’ospedale, quando le nostre vite sono appese ad un filo e la nostra fede diviene fragile, non perdiamo la speranza, anche noi gridiamo come Pietro, Signore salvami e la risposta sarà, coraggio sono io non abbiate paura.
Ci salva il coraggio di chiedere aiuto, a Lui, a Gesù, di fidarci di Lui, le paure se ne vanno, scompaiono, la nostra vita rinasce e dopo questa esperienza come Pietro e i discepoli potremo dire con grande gioia anche noi: ”davvero tu sei Figlio di Dio”.
“Il giorno 9 novembre 1938 l’odio portato dai nazisti verso gli ebrei viene palesato a tutto il mondo. Le sinagoghe bruciano. Il terrore viene sparso fra la gente ebrea. Madre Priora delle Carmelitane di Colonia fa tutto il possibile per portare Suor Teresa Benedetta della Croce all’estero. Nella notte di capodanno del 1938 attraversa il confine dei Paesi Bassi e viene portata nel monastero delle Carmelitane di Echt, in Olanda. In quel luogo stila il 9 giugno 1939 il suo testamento: ” Già ora accetto con gioia, in completa sottomissione e secondo la Sua santissima volontà, la morte che Iddio mi ha destinato. Io prego il Signore che accetti la mia vita e la mia morte … in modo che il Signore venga riconosciuto dai Suoi e che il Suo regno venga in tutta la sua magnificenza per la salvezza della Germania e la pace del mondo… “.
Oggi Edith Stein è compatrona d’Europa.