Dal vangelo secondo Matteo (Mt 16, 13-20)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Poveri come Dio
A cura di don Giovanni Nicolini, assistente spirituale delle Acli di Trieste
Non siamo noi che conosciamo il Signore, è il Signore che conosce noi. E conoscendo noi conosce anche il nostro cuore, la nostra persona, nel suo intimo. Quindi oggi la sua parola è per rassicurarci, ma anche ammonirci, che la vita non la si può considerare una specie di concorso, una lotteria a premi, ma è semplicemente la nostra vita così come è. E di tutto questo il segno che abbiamo, il più bello che il Signore vuole presentarci oggi, è proprio lui, è il Cristo, è il Figlio di Dio. Però, è il figlio di Maria, è abitante di Nazareth, è il figlio del falegname, il pescatore, è uno di noi. E questo segreto di Dio è quello che ci caratterizza se siamo profondi e semplici nella nostra fede. È bello quando le persone ci vedono come siamo e non ci valutano molto, perché questo ci co sente di essere più fratelli di tutti, e quindi non speciali. È bello che sempre più pensiamo che siccome dio in Cristo si è fatto povero, anche la Chiesa sempre di più si deve fare povera. Non solo capace di aiutare, ma anche bisognosa d’aiuto. Noi facciamo del bene quando aiutiamo, ma forse facciamo ancora più bene quando, essendo dei poveretti, ci facciamo aiutare, facciamo che gli altri ci prendano per mano, ci correggano, ci guidino, e facendo così ci fanno essere quello che il Signore considera importante che noi siamo.