Dal vangelo secondo Matteo (Mt 1, 18–24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Destarsi dal sonno con lo sguardo di Dio sul mondo
A cura di don Enrico d’Ambrosio, parroco di Colognola a Bergamo
«Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo», così Matteo da inizio al suo racconto. L’evangelista introduce “l’annunciazione di Gesù a Giuseppe” partendo da genesi, dalla genealogia di Gesù. Ciò che ci vuole comunicare è che in Gesù è la nuova creazione. Come lo Spirito aleggiava sulle acque, così lo Spirito creatore aleggia su Maria; Gesù è l’uomo che corrisponde compiutamente – per questo ne è il modello – alla creazione voluta da Dio fin dal principio. È Lui il prototipo, il primogenito tra molti fratelli. Gesù non è solo vero uomo, ma l’uomo vero uscito dal cuore pulsante di Dio. Dopo che per 39 volte il verbo generare è stato attribuito a un uomo che genera un altro uomo, arrivato a “Giacobbe generò Giuseppe”, lì la catena della generazione si interrompe. L’evangelista non scrive “Giuseppe generò Gesù”, ma «Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo». Quindi tutta quella tradizione legata al padre si interrompe con Giuseppe. Da Maria è nato colui che è stato generato dallo Spirito. «Così fu generato Gesù Cristo». Gesù è un nuovo inizio, un inizio assolutamente nuovo che non viene dall’uomo, ma da Dio.
Il Signore rende più grande il cuore. Prima che andassero a vivere insieme Maria si trovò incinta. Sorpresa assoluta della creatura che arriva a concepire l’inconcepibile, il proprio Creatore. Maria avverte l’irruzione di quella vita che s’insemina nel suo grembo e la supera. Nei giorni che seguono non fa parola con nessuno, nemmeno con Giuseppe. Nel lievitare del suo grembo rimane in ascolto della Parola ripresa nella lettura e si domanda in cuor suo come sia possibile questo. S’interroga e interroga Dio nella sua preghiera. Maria cerca di raccogliere nella mente altri frammenti della Scrittura; affiorano sulle sue labbra le parole dei salmi di Davide: «questo è mio Figlio, l’amato, oggi l’ho generato»; sente di accogliere quel figlio ‘suo’ che sa ‘non suo’. La raggiunge la notizia che l’anziana parente Elisabetta ha concepito, aspetta un figlio. La notizia incredibile la coglie nuovamente di sorpresa, si sente confortata. Rompe il silenzio, ne fa parola a Giuseppe. Prende coraggio, parla di quel figlio che è dentro di lei.
Qualcosa però strazia il cuore di Giuseppe, lui, profondamente scosso crede a Maria, ma non sa cosa fare e cosa pensare; forse si sente anche tradito nelle sue attese; i suoi piani sono andati in frantumi? E l’uomo giusto, entra in crisi, diversamente dall’uomo ingiusto che indurito nel cuore rimane chiuso nei suoi pensieri. È sempre l’uomo giusto che conosce il conflitto, la crisi di coscienza e s’addentra nel buio, nei passi della fede. Giuseppe è uomo giusto, s’inquieta in se stesso, s’intenerisce per Maria e s’interroga davanti a Dio. L’uomo giusto deve fare i conti con quel conflitto interiore che scuote la sua coscienza: da un lato l’osservanza della legge (l’obbligo di denunciare Maria) e dall’altro il suo amore. Ma basta che la corazza della legge venga appena scalfita dall’amore, che lo Spirito irrompe e agisce. Potrebbe seguire la legge e denunciare Maria pubblicamente esponendola alla lapidazione; pensa però di licenziarla in segreto. Mentre stava considerando queste cose ecco che in sogno un angelo, gli parla… Non perché la legge è legge coglie per questo la verità del cuore e corrisponde a ciò che Dio vuole. Giuseppe avverte che la cosa giusta da fare è andare oltre la legge, oltre i pensieri della sua mente. La spinta gli viene nella notte, nel sonno: rimettersi nel sogno di Dio. «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa». Non temere, la parola preferita con cui Dio apre il dialogo con l’uomo. Non temere, Dio interviene sempre in favore della vita. (Nel Vangelo di Matteo per tre volte vengono angeli: per annunciare la vita di Gesù, per proteggerne la vita dalla ferocia di Erode, a Pasqua per annunciare che quella vita ha vinto la morte). Ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù! Egli salverà il suo popolo. L’uomo giusto è colui che si desta dal sonno con lo stesso sguardo di Dio sulla sua creatura.
«Il misterioso legame della creazione del mondo con la generazione del Figlio, che si rivela nel farsi uomo del Figlio nel grembo di Maria – Madre di Gesù, Madre di Dio – per amore nostro, non finirà mai di lasciarci stupefatti e commossi. Questa rivelazione illumina definitivamente il mistero dell’essere e il senso della vita. L’immagine della generazione irradia, a partire da qui, una sapienza profonda riguardo alla vita. In quanto è ricevuta come un dono, la vita si esalta nel dono: generarla ci rigenera, spenderla ci arricchisce».