LETTURE: 1 Re 18, 42-45; Sal 15; Gal4, 4-7; Gv 19, 25-27
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Mostrare la sua misericordia
A cura di don Riccardo Donà, accompagnatore spirituale Acli Trieste
In questa quindicesima domenica Gesù invia i suoi messaggeri, coloro che dopo averlo seguito, ascoltato, “Erano dodici nel ricordo delle dodici tribù di Israele”, il nuovo Israele, la nuova creazione. Egli li invia a due a due, si evidenzia l’aiuto fraterno, per annunciare il Vangelo, la buona novella e nell’annuncio guariscono i malati, condividono con i poveri mangiando con loro, inviati a portale l’annuncio di pace “Šālôm”, cioè la pienezza di tutti i beni messianici, la cacciata dei demoni indica la pienezza di una vita nuova, libera, non più schiava del male, con Gesù il male è stato distrutto, così pure per quanto riguarda le guarigioni.
Li manda senza possedere nulla, se non il solo Spirito di Dio, quello che dovranno esprimere e testimoniare davanti agli uomini, cioè semplici, umili, pronti a lasciare tutto per il Vangelo, ad andare sino ai confini della terra per dare testimonianza della sua Resurrezione.
Annunciare il Vangelo poi lo sappiamo è un rischio, soprattutto oggi in certi territori del nostro pianeta, potremo un giorno trovarci per legge il divieto di aiutare qualcuno in difficoltà qualcuno che ha bisogno di noi per poter continuare a vivere, per esempio, oggi “un naufrago” cosa dovremo fare se non andare aldilà della legge degli uomini per ascoltare quella di Dio e per questo atto, salvandolo pagando con la nostra vita, ed è quello che i nostri Apostoli, i primi dodici hanno fatto, hanno condiviso il rischio, la povertà, la compassione con coloro che avvicinavano sempre testimoni dell’amore gioioso, gratuito di Dio, sino alla morte.
Anche gli uomini che sembrano acclamarci poi ci tradiscono, ricordiamo: “Chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù, detto Cristo?”quindi non va dimenticato il fallimento di una missione,:” quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un\’altra” l’invito di Gesù a non aver paura, lo Spirito ci guida, Egli parla ai nostri cuori, ci incoraggia, le chiese di pietra possono essere distrutte, “lo abbiamo visto negli ultimi attentati in Egitto nei nostri fratelli cristiani ortodossi o nei nostri fratelli cristiani cattolici in Siria distrutta da una guerra senza fine”, ma non possono distruggere quelle formate da uomini e donne se essi vivono dello stesso Spirito di Dio, sentendosi pietre vive per l’edificazione del Corpo di Cristo.
È la misericordia il primo annuncio e oggi il versetto del salmo ce lo ricorda “Mostraci Signore la tua misericordia” quella che poi noi grazie a Lui mostreremo al mondo con gioia, nella carità e nell’amore.