Dal vangelo secondo Luca (Lc 17, 11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Rendere grazie: l’azione fondamentale del cristiano
A cura di don Andrea Volta, accompagnatore spirituale Acli Parma
L’annunzio del Regno di Dio è fatto non soltanto con la parola ma anche con azioni. Cristo è l’uomo forte che con dura lotta, toglie allo spirito del male quanto ha usurpato. I miracoli si inscrivono nella prospettiva dell’inaugurazione del tempo messianico. Essi sottolineano l’efficacia invisibile della Parola di salvezza. Manifestano la essenziale gratuità. Dicono in forma evidente che la salvezza non è una conquista umana, ma un dono di Dio, mirano a suscitare la fede per la persona di Gesù e a far prorompere l’azione di grazie.
Il messaggio delle letture di questa domenica non è un semplice insegnamento sul dovere morale della riconoscenza umana. Naaman Siro passa dalla guarigione alla fede: egli non riconosce più altro Dio se non il Dio di Israele. Il lebbroso del vangelo torna indietro ”lodando Dio a gran voce”. Egli rende grazie a Dio non tanto perché il suo desiderio di guarire è stato soddisfatto, ma perché capisce che Dio è presente ed attivo in Gesù.
Egli riconosce che Cristo è il Salvatore in cui Dio è presente ed opera non solo la salvezza del corpo ma la salvezza totale dell’uomo. E questa è fede. In Gesù vede manifestarsi la gloria di Dio. Perciò Luca conclude il racconto con la parola di Gesù: “Alzati e và la tua fede ti ha salvato”. Salvato non già dalla lebbra, ma nel senso cristiano del termine. Il rendimento di grazie del lebbroso guarito nasce prima di tutto dalla fede e non dalla utilità: è contemplazione gioiosa e gratuita dell’amore salvatore di Dio prima che contentezza per la salute riacquistata.
Il vangelo non ci dà una lezione di galateo, ma ci dice che il rendere grazie è l’azione fondamentale di un uomo che crede e annuncia la resurrezione di Cristo traendone le conseguenze pratiche per vivere di quella speranza che è certezza, Paolo dice infatti a Timoteo nella seconda lettura di oggi: “Se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo” ( Tm 2, 12a).