Dal vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Non griderà, non spezzerà, non verrà meno
A cura di don Adelio Brambilla, assistente spirituale delle Acli di Lecco
Lo svelamento di Dio – e qui, nel “battesimo” di Gesù, siamo a un’ulteriore svelamento, a un’ulteriore epifania – lo svelamento di Dio è sempre sorprendente, sconcertante. Il Vangelo – particolarmente quello di Matteo – registra lo sconcerto, la sorpresa, di Giovanni il Battista che voleva impedire questo “battesimo”: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia».
Ma che cosa è giustizia? Giustizia nella Bibbia è la conformità alla volontà di Dio, l’adesione al suo sapiente disegno su di noi. È come se Gesù dicesse: guarda che c’è un disegno su di me, e non è quello che forse hai in mente tu: quello di un Messia fustigatore, trionfante, giudice severo. È altro il disegno su di me. Il mio trionfo sarà una croce, la condivisione, ma l’immersione, il mescolarsi, una condiscendenza. Ci è stato raccontato nelle scorse festività da chi è nato il Messia, quando è nato, dove è nato, come è nato. Ma per che cosa è nato? Lo puoi arguire da questo “Battesimo”. Trasparente l’allusione al capitolo 42 di Isaia: «Ecco il mio servo, che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio».
Ci sono due «no» nel programma del servo di Yahvé. Il primo: «Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce». Non l’arroganza, non l’insulto, non il coprire la voce degli altri, non la spettacolarità sarà il suo stile, ma un umile sentire di sé. Lo vedi già nel giorno del Battesimo. Secondo: «non spezzerà la canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta». Sarà un segno di misericordia, segno della compassione di Dio per i deboli, per i vacillanti: non li scarterà. Non la distanza dalla gente che fatica, ma la condivisione della fatica, della debolezza: già lo vedi nel giorno del Battesimo.
Chissà se pensiamo, quando diamo il Battesimo a un figlio, che lo introduciamo a questo programma: non griderà, non spezzerà, non verrà meno.