Dal vangelo secondo Luca (Lc 14, 1. 7-14)
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica:
“Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Accomodiamoci all’ultimo posto
A cura di don Antonio Agnelli, accompagnatore spirituale Acli Cremona
Gesù da attento osservatore, guada come ad un pranzo a cui era stato invitato, tutti cercavano di mettersi ai primi posti. nulla di nuovo. Questo è il cuore dell’uomo: incline a cercare l’onore, il potere, il mettersi in mostra. Il tutto è acuito nel nostro tempo dalla cultura competitiva ad ogni livello: bisogna superare gli altri, mostrando le proprie capacità di superarli ed eliminarli. Questo avviene a volte anche all’interno delle comunità cristiane.
Gesù racconta allora una parabola, dimostrando che la logica del regno di Dio è alternativa a quella del mondo: quando si è invitati alle nozze ci si deve accomodare all’ultimo posto, perché ci sia la possibilità di essere portati più avanti e ricevere onore da chi ha formulato l’invito e non essere invece retrocessi all’ultimo posto, avendo ostentatamente scelto i primi.
L’invito all’umiltà è evidente: non dobbiamo pensare di essere sempre i migliori, i più bravi, i più esperti.
Davanti al Signore tutti siamo peccatori, bisognosi di perdono, servi inutili.
Quando poi riconosciamo tutto questo, il nostro cuore cambia e diventa generoso. Gesù, chiede poi quando si offre una cena, di non invitare i ricchi, i facoltosi, coloro dai quali si spera di ricevere in cambio. La logica del regno di Dio anche in questo caso è alternativa al mondo: i deve donare ai più poveri e bisognosi e non cercare il proprio interesse egoistico.
Si tratta di un atteggiamento a perdere, dove prevale la generosità totale e non il cercare di arricchire attraverso le proprie decisioni.
Non è facile vivere questi atteggiamenti nella cultura consumistica e idolatrica del denaro in cui siamo immersi ma non abbiamo alternative se vogliamo essere discepoli di Cristo nel nostro tempo, credibili e coerenti. Da soli però non ci riusciamo: solo l’azione dello Spirito può cambiare le nostre decisioni e piegarle alla logica innovativa e radicale del regno di Dio.