Il voto degli iscritti del Movimento 5 Stelle, che hanno negato l’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, sul caso Diciotti, ci lascia moltissimi dubbi in primo luogo sulle modalità e le finalità con cui la base pentastellata usa la cosiddetta democrazia diretta. Far dipendere una decisione che riguarda una questione penale da un click sul web significa abdicare e, di fatto, rinunciare a una delle funzioni principali della politica.
In secondo luogo rimaniamo convinti che si debba far chiarezza sul comportamento di un ministro che ha tenuto 170 persone, in stato di debilitazione fisica e psichica, ferme diverse giorni all’interno di una nave senza un apparente motivo.