Rendere esigibile il diritto al lavoro richiede un impegno allo Stato: quello di creare le condizioni di contesto e di ambiente perché le imprese creino un volume di lavoro capace di soddisfare tutti quelli che vogliono lavorare. Lo spiega l’on. Carlo Dell’Aringa, economista che nella video intervista si confronta sui temi contenuti negli Orientamenti Congressuali.
In particolare l’economista riflette sulla fedeltà ai lavoratori e sottolinea da una parte la necessità a impegnarsi per migliorare l’occupabilità delle persone e dall’altra parte la possibilità di promuovere la creazione di lavoro attraverso il ruolo di intermediazione che mette in contatto imprese formazione e persone. È un compito nuovo di intermediazione che oggi va oltre le classiche agenzie del lavoro e può coinvolgere le realtà dell’associazionismo.
Aggiunge Dell’Aringa che per l’Italia è fondamentale dirigersi non solo verso uno sviluppo, ma verso uno sviluppo che crei buoni lavori. In particolare ci sono due categorie da privilegiare per il futuro perché subiscono maggiormente la crescita delle disuguaglianze: i giovani e il Mezzogiorno. Osservandole vediamo che lì dove manca il lavoro è anche dove cresce la povertà.
L’economista avverte che non possiamo ragionare con categorie del passato: per il Mezzogiorno prima che aiuti servono classi dirigenti capaci; e inoltre dobbiamo comprendere che la cultura del lavoro dei giovani è cambiata, come si comprende oggi un lavoro autonomo e un lavoro dipendente? Come si vive la dimensione collaborativa?
Nel video si possono trovare spunti interessanti per approfondire alcuni temi della fedeltà al lavoro presenti negli orientamenti, dove si legge: «Bisogna avviare un percorso che permetta di sperimentare politiche integrate “attivanti”, che coinvolgano gli attori del sistema economico, le istituzioni educative e formative, i giovani e le famiglie. Un percorso che consenta di: costruire un sistema duale fondato sull’alternanza scuola/lavoro e di sviluppare le potenzialità del nuovo apprendistato, avvicinandolo alle imprese; intensificare il dialogo tra scuole e università per elaborare un’offerta formativa mirata; realizzare una politica di orientamento permanente allo studio e al lavoro che coinvolga studenti e famiglie; introdurre l’obbligo di praticare stage e tirocini lavorativi nell’ambito di tutti i percorsi scolastici e universitari e dare un ruolo attivo alle università nell’attività d’incontro tra domanda e offerta di lavoro». (pag. 14)
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