Positivo il giudizio delle Acli per l’approvazione del Senato del ddl sul caporalato che introduce finalmente nel nostro ordinamento misure più restrittive contro chi sfrutta i lavoratori e il lavoro in agricoltura.
Come più volte denunciato dalle Acli, il fenomeno, che cresce soprattutto nei periodi dell’anno in cui aumenta la domanda di lavoro in agricoltura, rappresenta per il nostro Paese una vera piaga che costringe circa 500mila lavoratori a condizioni di lavoro irregolare quanto addirittura non in regime di schiavitù.
“L’aver agito in maniera decisa attraverso l’introduzione di sanzioni amministrative e penali su tutti i soggetti della filiera (caporali e imprese) che possono alimentare la pratica dell’illegalità – dichiara Antonio Russo segretario di presidenza nazionale Acli con delega all’immigrazione – avvia il provvedimento ad assumere le caratteristiche di una legge di portata storica. Fare emergere il lavoro nero e sommerso attraverso strumenti legislativi di contrasto allo sfruttamento della manodopera, oltre a dare inequivocabili segnali di lotta all’illegalità e all’evasione, agevola la crescita delle azienda sane che aiutano nella trasparenza la crescita economica dei territori. La strada imboccata è quella giusta – conclude Russo – e, le Acli, si impegnano attraverso iniziative specifiche, ad accompagnare il provvedimento alla sua definitiva approvazione.“