Questa lettera è stata scritta da Paolo verso il 54 d.C. ed è il primo documento della cena del Signore di una comunità cristiana. L’occasione per Paolo è quella di disordini e divisioni nella celebrazione della cena del Signore: «Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e bere? O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente?» (1Cor 11,21-22). Il criterio con cui Paolo critica questo comportamento è quello della carità fraterna: non può essere che qualcuno non abbia di che mangiare in un pasto che celebra la comunione dei fratelli.
Paolo, per aiutare i fratelli in difficoltà nel comprendere ciò che effettivamente celebrano, fa memoria di quello che lui stesso ha ricevuto dal Signore e dalla comunità, riprendendo il racconto dell’ultima cena che verrà narrato qualche anno dopo nei vangeli sinottici.
Gesù porta a compimento l’alleanza del Sinai nella nuova alleanza, alleanza di pace ed eterna, annunciata da Geremia (31,31-34) e da Ezechiele (37,26-27). Questa alleanza è segno di una relazione giusta tra il Signore e il suo popolo e, con Gesù, con tutta l’umanità. A chi l’accetta si richiede di vivere una vita di relazioni fraterne e giuste.
Questo è il fondamento del richiamo che Paolo fa ai Corinti, che esplicita nel v. 26. Celebrando l’eucarestia si annuncia che Gesù è morto e risorto per la nostra salvezza e che attendiamo con fiducia la sua venuta alla fine della storia. Contemporaneamente manteniamo viva la speranza in questo tempo che il regno di Dio, regno di fraternità e di pace, si realizzi ogni giorno, come preghiamo con il Padre nostro.
29 maggio 2016 – Solennità del Corpo e Sangue del Signore – Anno C
Luca 9,11b-17
In quel tempo, 11 Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12 Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
13 Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14 C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15 Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
16 Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
17 Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
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