Ospitiamo la riflessione di Ivano Brasca dell’Allianz Bank Financial Advisors S.p.A
All’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, si cominciava a discutere dell’opportunità di garantire a tutti i cittadini un’adeguata protezione in caso di incidenti stradali, un fenomeno che andava via via accentuandosi con lo sviluppo della motorizzazione.
Alla vigilia del Natale del 1969, nel periodo del “miracolo economico italiano”, nacque la legge sull’assicurazione obbligatoria (legge 990 del 24/12/1969), ma già dal 1962 la Riunione Adriatica di Sicurtà, l’Assicuratrice Italiana e le Acli avevano costituito una nuova compagnia di assicurazione che aveva come principale obiettivo quello di cogliere, da lì a venire, tutte le opportunità di sviluppo,.
La nuova compagnia di assicurazione “Società per azioni Lavoro e Sicurtà”, fu fondata a Milano con capitale di 750 milioni di lire, capitale sottoscritto dalla Riunione Adriatica di Sicurtà, da L’Assicuratrice Italiana e dalle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani).
Negli archivi abbiamo trovato l’atto costitutivo della nuova società e anche il primo verbale del Consiglio di amministrazione tenutosi immediatamente dopo la costituzione della stessa società.
Ben lontani dalle tumultuose evoluzioni tecnologiche che sarebbero avvenute qualche decennio dopo con l’avvento dei computer e di Internet, appare curioso, istruttivo e anche un po’ melanconico prendere visione delle prime due pagine dell’atto costitutivo e del verbale della riunione del primo Consiglio di Amministrazione della Società.
La scrittura minuta del notaio, dottor Alessandro Guasti (uno dei più importanti notai di Milano dell’epoca), fa oggi tenerezza, ma ci dice anche quali erano le nostre radici e da quanto tempo si possa datare la collaborazione tra le Acli e la Ras, una delle più prestigiose compagnie di assicurazione Italiane di allora.
Un’altra osservazione riguarda il capitale della nuova compagnia di assicurazione che, come abbiamo già detto, era di 750 milioni di lire, suddiviso in 75 mila azioni del valore nominale di 10.000 lire ciascuna. Le Acli ne sottoscrissero 2.000, per un controvalore di 20.000.000 di lire; a sottolineare una partecipazione significativa a livello di prestigio dell’istituzione, ma poco più che simbolica, come era naturale del resto, a livello di partecipazione economica.
È Interessante anche vedere la composizione del primo Cda della Lavoro e Sicurtà, dove sedevano personaggi davvero ragguardevoli per il mondo economico e sociale di allora:
· Il professor Giordano dell’Amore, presidente, era stato anche il presidente della mitica Cariplo (Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde)-
· Il professor Piero Sacerdoti, uno di più apprezzati e competenti conoscitori del mondo delle assicurazioni e allora uno dei massimi dirigenti della RAS.
· Il dottor Livio Labor, Segretario nazionale delle Acli, persona di grande carisma sia dentro che fuori l’associazione.
· L’Onorevole Alessandro Buttè, altro importante esponente delle Acli.
Come è noto, le compagnie di assicurazione vivono e si sviluppano grazie ad una capillare diffusione di Agenzie sul territorio. Le Acli hanno sempre avuto una diffusione territoriale impressionante in Italia e la nuova compagnia di assicurazione Lavoro e Sicurtà ha permesso, a suo tempo, a molti aclisti di diversa estrazione (semplici iscritti, sportivi, presidenti di circolo, componenti di direzione, ecc.) di diventare collaboratori, sub agenti o agenti della compagine assicurativa.
Nel corso del tempo molti cambiamenti sono avvenuti nel mondo assicurativo italiano e la Lavoro e Sicurtà è stata, sul finire del secolo scorso, assorbita dalla capogruppo Riunione Adriatica di Sicurtà (RAS). Questa, a sua volta, è divenuta una società del gruppo Allianz, cambiando il nome in Allianz Spa, dopo essere stata totalmente acquisita nel 2007 dal gruppo assicurativo tedesco che opera su scala mondiale.
Quando la Lavoro e Sicurtà iniziò ad operare sul mercato, stipulò subito con le Acli un accordo di collaborazione per prestare servizi assicurativi a condizioni adeguate a tutti i componenti del variegato mondo delle Acli.
In cambio, l’Associazione aveva il duplice vantaggio, da una parte, di garantire agli aclisti la fornitura di assicurazioni in linea con le proprie esigenze e, dall’altra, di avere anche un beneficio economico per la propria organizzazione in seguito all’accordo messo a punto con società assicurativa.
Non va poi dimenticato che, come già accennato, molti soci delle Acli avevano trovato proprio nella Lavoro e Sicurtà un proprio sbocco professionale e, ancora oggi, numerosi aclisti di allora sono apprezzati agenti di Allianz.
Perché ricordare oggi queste vicende?
Prima di tutto perché pensare alle proprie radici, recuperarne le ragioni e capire la storia di certe relazioni aiuta ad avere consapevolezza di ciò che si è stati, di ciò che si è e di ciò che si potrà essere.
In secondo luogo perché capire come è nata una relazione tra Istituzioni apparentemente così diverse può favorire la ripresa di una fruttuosa partnership che in passato ha funzionato molto bene.