“L’emergenza sanitaria e le misure di contenimento sociale che si sono rese necessarie per affrontarla hanno reso evidente l’importanza cruciale del lavoro domestico per la tenuta delle nostre famiglie e, in modo particolare, per la protezione e la cura dei componenti più fragili”.
La segreteria nazionale delle Acli in famiglia (Aif) richiede una legge sulla regolarizzazione dei flussi di immigrazione che permetta di riconoscere “l’apporto positivo di centinaia di migliaia di uomini e donne stranieri, ormai essenziali alla nostra società, e che permetta alle famiglie che hanno bisogno di questi lavoratori, di uscire dallo stato di rischio conseguente all’occupazione illegale di queste persone”.
La segreteria nazionale Aif ritiene che “sia urgente procedere a una ampia campagna di incentivi alla regolarizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici domestiche immigrate irregolarmente mettendo nelle condizioni le famiglie italiane, che ancora non lo possono fare, di garantire il loro rapporto di lavoro nella legalità e nella trasparenza”. “Non va sottovalutato l’apporto economico che una tale politica avrebbe sul bilancio fiscale del Paese. Regolarizzare i lavoratori del comparto potrebbe generare, per le casse pubbliche, nuove risorse per 1,5/2 miliardi di euro”. Di qui la richiesta delle Acli al Governo di un “confronto urgente” e dell’avvio del “percorso necessario a dare soluzione a questa problematica”.