Dal 2008 la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI) organizza il 7 ottobre la Giornata Mondiale per il Lavoro Dignitoso, una giornata di mobilitazione e sensibilizzazione dei sindacati in ogni parte del mondo.
Un concetto, quello di lavoro dignitoso, nato nel 1999 per merito dell’allora Direttore Generale dell’Oil – l’Organizzazione Internazionale del Lavoro -, Juan Somavia che alla Conferenza Internazionale del Lavoro presentò il Rapporto Decent Work all’interno del quale afferma per la prima volta: “Oggi l’obiettivo primario dell’ILO è garantire che tutti gli uomini e le donne abbiano accesso ad un lavoro produttivo, in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana”.
Quest’anno il sindacato internazionale ha scelto come tema dominante quello del modello globale di fornitura e distribuzione in subappalto (End Corporate Greed!), fortemente dominante nell’economia mondiale e che contrasta condizioni di lavoro dignitose, favorendo sfruttamento, disuguaglianze, aumento delle povertà, insicurezze, precarietà ed erosione dei diritti fondamentali del lavoro, a partire dalla libertà di organizzazione.
“Forse mai come oggi – afferma Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiane– il lavoro è il tema da mettere all’ordine del giorno del dibattito politico. Se abbiamo smarrito una morale, un’economia più umana e una politica concreta, è perché abbiamo perso il riferimento al lavoro”.
Per le Acli, il tema del lavoro dignitoso è strettamente collegato con quello della povertà. Proprio nei giorni scorsi, l’Alleanza contro la povertà – di cui Roberto Rossini è il portavoce – aveva sollecitato il governo ad accelerare i tempi per l’approvazione del ddl delega sulla povertà.
Quattro sono gli “assi” del lavoro dignitoso: applicazione dei principi e diritti fondamentali del lavoro e delle convenzioni internazionali sul lavoro; il lavoro produttivo liberalmente scelto, con uguali opportunità e uguali diritti e una retribuzione adeguata alla dignità dei lavoratori e delle loro famiglie; la salute e la sicurezza nel lavoro e la protezione sociale per i lavoratori e le loro famiglie; la libertà di organizzazione e di contrattazione collettiva per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, il dialogo sociale e il tripartitismo.