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Chiuso a Napoli il 50° incontro nazionale di studi

Si è chiuso oggi 16 settembre a Napoli il 50° Incontro nazionale di studi delle Acli, che quest’anno ha avuto come tema centrale \”Valore Lavoro. L\’umanità del lavoro nell\’economia dei robot”.
Nella sua relazione conclusiva, il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini ha lanciato un appello al governo per rilanciare il lavoro soprattutto in ambito giovanile, a partire dalla formazione delle loro competenze, chiedendo che “nella seconda fase di attuazione nazionale del programma europeo Garanzia Giovani, siano privilegiate azioni integrate di formazione e lavoro a partire dall’istituzione di un social bonus rafforzato per la promozione del lavoro giovanile”.
Nella mattinata, nel corso di una tavola rotonda coordinata dal direttore del Tg1 Andrea Montanari, erano intervenuti anche il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, il presidente di Alilauro spa e di Lauro.it Salvatore Lauro e il presidente dell’Anpal Maurizio Del Conte.
Giovani, crisi occupazionale e nuove figure professionali sono stati al centro del dibattito. Nella suo intervento Rossini sottolineato la necessità di un nuovo piano nazionale sul lavoro: “Non abbiamo in mano alcuna ricetta definitiva. Non si può creare lavoro «per decreto», perché lo Stato non può essere l\’azienda principale e perché un\’incontrollata crescita del debito pubblico grava sulle spalle dei cittadini di oggi e di domani, soprattutto dei più deboli. Un\’economia nuova richiede un approccio nuovo, prodotti e servizi nuovi. La prima condizione è migliorare la qualità del sistema-Paese, perché siamo un Paese che non funziona bene in modo omogeneo.
La seconda condizione è essere convinti che la politica industriale sia ancora decisiva. La terza condizione sta nel trovare investimenti. Non è solo una questione di investimenti pubblici, c\’è anche una questione di investimenti privati: occorre convincere i «nostri» industriali a rischiare sul futuro”.
Se come è vero la sfida posta da Industria 4.0 si gioca sul terreno delle competenze, della loro centralità rispetto alle mutevoli esigenze del tessuto produttivo, la risposta non può che partire dal rafforzamento e ampliamento dell\’offerta formativa nel suo complesso. Per questo, le Acli hanno presentato un piano strategico articolato in sei punti:
• investire nella formazione professionale,
• consolidare e diffondere l\’infrastruttura formativa,
• innovare le qualifiche e i diplomi,
• sviluppare il sistema terziario professionalizzante (Its)
• investire in un sistema accogliente di formazione professionale
• riconoscere il valore sociale della maternità e del lavoro di cura.
Il presidente Rossini ha concluso l’incontro affermando che “\’l’Incontro di studi colloca le idee nella realtà, per costruire progetti nei luoghi di vita. L\’idea sulla quale tornare è il lavoro. Abbiamo una fedeltà al lavoratore, alla persona, ma qualche idea ce la siamo fatta anche sul lavoro. Per noi il lavoro richiama lo sviluppo sociale, non è solo occupazione. Per noi il lavoro è senso in sé. Connettere il lavoro allo sviluppo di una persona, di una collettività significa leggere il lavoro in una ottica politica”.
Si è chiuso oggi a Napoli il 50° Incontro nazionale di studi delle Acli, che quest’anno ha avuto come tema centrale \”Valore Lavoro. L\’umanità del lavoro nell\’economia dei robot”.
Nella sua relazione conclusiva, il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini ha lanciato un appello al governo per rilanciare il lavoro soprattutto in ambito giovanile, a partire dalla formazione delle loro competenze, chiedendo che “nella seconda fase di attuazione nazionale del programma europeo Garanzia Giovani, siano privilegiate azioni integrate di formazione e lavoro a partire dall’istituzione di un social bonus rafforzato per la promozione del lavoro giovanile”.
Nella mattinata, nel corso di una tavola rotonda coordinata dal direttore del Tg1 Andrea Montanari, erano intervenuti anche il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, il presidente di Alilauro spa e di Lauro.it Salvatore Lauro e il presidente dell’Anpal Maurizio Del Conte.
Giovani, crisi occupazionale e nuove figure professionali sono stati al centro del dibattito. Nella suo intervento Rossini sottolineato la necessità di un nuovo piano nazionale sul lavoro: “Non abbiamo in mano alcuna ricetta definitiva. Non si può creare lavoro «per decreto», perché lo Stato non può essere l\’azienda principale e perché un\’incontrollata crescita del debito pubblico grava sulle spalle dei cittadini di oggi e di domani, soprattutto dei più deboli. Un\’economia nuova richiede un approccio nuovo, prodotti e servizi nuovi. La prima condizione è migliorare la qualità del sistema-Paese, perché siamo un Paese che non funziona bene in modo omogeneo.
La seconda condizione è essere convinti che la politica industriale sia ancora decisiva. La terza condizione sta nel trovare investimenti. Non è solo una questione di investimenti pubblici, c\’è anche una questione di investimenti privati: occorre convincere i «nostri» industriali a rischiare sul futuro”.
Se come è vero la sfida posta da Industria 4.0 si gioca sul terreno delle competenze, della loro centralità rispetto alle mutevoli esigenze del tessuto produttivo, la risposta non può che partire dal rafforzamento e ampliamento dell\’offerta formativa nel suo complesso. Per questo, le Acli hanno presentato un piano strategico articolato in sei punti:
• investire nella formazione professionale,
• consolidare e diffondere l\’infrastruttura formativa,
• innovare le qualifiche e i diplomi,
• sviluppare il sistema terziario professionalizzante (Its)
• investire in un sistema accogliente di formazione professionale
• riconoscere il valore sociale della maternità e del lavoro di cura.
Il presidente Rossini ha concluso l’incontro affermando che “\’l’Incontro di studi colloca le idee nella realtà, per costruire progetti nei luoghi di vita. L\’idea sulla quale tornare è il lavoro. Abbiamo una fedeltà al lavoratore, alla persona, ma qualche idea ce la siamo fatta anche sul lavoro. Per noi il lavoro richiama lo sviluppo sociale, non è solo occupazione. Per noi il lavoro è senso in sé. Connettere il lavoro allo sviluppo di una persona, di una collettività significa leggere il lavoro in una ottica politica”.
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