“La vita vera pulsa nelle periferie ed è per questo che dobbiamo avere cura delle periferie, perché è lì che c’è il popolo. Il lavoro che le ACLI di Palermo hanno fatto, cioè la ricostruzione di luoghi di socialità in una periferia, è quello che dobbiamo fare sempre di più come associazione: tutte le periferie tendono ad assomigliarsi, qui possiamo metterci la nostra capacità di costruire relazione attraverso sport, servizi, arte e tutto ciò che facciamo.” Le parole del Presidente Nazionale delle ACLI, Roberto Rossini durante il riconoscimento dato alle ACLI di Palermo per il miglior progetto realizzato con i fondi del 5×1000.
Il Centro di Sviluppo Territoriale Palermo 3 inizialmente aveva coinvolto solo il quartiere Brancaccio ma con il passare del tempo, visti gli esiti positivi, è stato ampliato e ha coinvolto anche il quartiere Falsomiele.
Un progetto concepito come un presidio territoriale, volto alla promozione del benessere degli individui. Aperto al territorio e alle esigenze di miglioramento della qualità della vita, in un’ottica di promozione dell’agio e di prevenzione e presa in carico del disagio.
Il programma si sviluppa grazie ai laboratori indirizzati agli anziani, ai giovani e ragazzi non ancora maggiorenni. Un front-office con uno sportello di ascolto psico-sociale.
La consulenza legale e tutti quei servizi per le problematiche fiscali o di sostegno al reddito.
Azioni per il reinserimento e la piena integrazione dell’individuo nel tessuto sociale. Valorizzarne le sue capacità individuali, e indirizzare le persone alla fruizione dei servizi pubblici e del privato sociale. Delineando un percorso che integra l’azione orientata all’empowerment e lo sviluppo territoriale.
Molte sono state le attività all’interno del Centro di Sviluppo Territoriale Palermo 3, come ad esempio il battesimo della sella per i bambini, oppure le gite in bicicletta per le vie del quartiere o le attività didattiche per i più anziani.
Oggi ci rendiamo conto di come l’imprenditoria e la Politica si caratterizzino per un coinvolgimento massiccio degli uomini a discapito dell’altra metà del cielo. Le ACLI di Palermo hanno voluto fortemente dare un segnale di controtendenza.
Un valore aggiunto è stata la formazione dell’equipe di lavoro formata prevalentemente da operatrici donne. Infatti per le figure ed il ruolo di progettista, di animatore di comunità, sociologo, assistente sociale e psicoterapeuta ci siamo avvalsi di donne che hanno promosso la cultura di rispetto della figura femminile, riuscendo a creare reti nel territorio ed entrare in empatia con i singolo destinatari del progetto.
Con il coinvolgimento del Coordinamento Provinciale Donne delle ACLI di Palermo si è riusciti a dare visibilità alla presenza femminile, sia nel contesto associativo sia in quello sociale, e promuovere le competenze ed i percorsi di assunzione di responsabilità femminili, non trascurando la problematica della violenza di genere.