Questa mattina le Acli hanno partecipato alle celebrazioni per ricordare don Lorenzo Milani, a cent’anni dalla sua nascita. Nella canonica di Barbiana, dove sorgeva la scuola destinata ai “figli dei poveri”, fondata da don Milani, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, la presidente del comitato celebrativo, Rosy Bindi, hanno ricordato l’opera di questo sacerdote che ha cambiato la storia dell’istruzione italiana.
Damiano Bettoni, segretario generale delle Acli, ha preso parte alla manifestazione di apertura a Barbiana, sottolineando l’attualità del messaggio rivoluzionario di don Milani: “Nel 1965, accusato del reato di apologia e incitamento alla diserzione e alla disobbedienza civile per aver difeso l’obiezione di coscienza al servizio militare, Milani si difese inviando una lettera ai giudici. Scrisse: “La scuola è diversa dall’aula del tribunale. Per voi magistrati vale solo ciò che è legge stabilita. La scuola invece siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. È l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico (e in questo si differenzia dalla vostra funzione). E allora il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare i «segni dei tempi», indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso”. Don Milani sognava una scuola inclusiva che andava incontro ai ceti meno privilegiati. Ha speso la sua vita per questo ideale e al suo esempio le Acli si ispirano per non lasciare indietro nessuno”, ha concluso Bettoni.