Quella della “detenzione materiale e diretta dell’immobile” è la condizione tecnica da rispettare affinché la detrazione fiscale possa essere tramandata agli eredi o all’erede. L’immobile, in sostanza, deve essere sfitto e non abitato da nessuno, quindi vuoto.
Diverso sarebbe se nell’immobile, dopo la morte del destinatario della detrazione, continuasse a vivere il coniuge superstite. In tal caso gli altri eventuali eredi non potrebbero rivendicarne la detenzione materiale e diretta.
Inoltre la “capienza”, cioè la capacità di un contribuente di usufruire dei benefici della legislazione tributaria, in considerazione del reddito o di particolari limiti legali, è un altro problema che riguarda tutte le detrazioni, ma è una questione che può essere appurata solo in fase di dichiarazione.
Ovviamente se sussiste una condizione di “incapienza” la detrazione non può essere applicata, non perché il contribuente non ne abbia diritto ma solo perché economicamente si trova nella spiacevole posizione di non poterne godere.
Questo significa che sono due cose ben diverse il non aver diritto a priori a una detrazione e l’averne diritto ma non poterne godere.
CAF ACLI: la detrazione fiscale sull’immobile non fruita passa agli eredi?
La detrazione del 50% non fruita dal defunto viene trasferita agli eredi a condizione che conservino la detenzione materiale e diretta dell’immobile. Non è necessaria nessun’altra condizione, ad esempio che gli eredi abbiano un reddito più o meno “capiente”?