A distanza di due anni dalla nascita dei Consigli di quartieri a Brescia, le Acli hanno presentato il 18 giugno 2016 un’indagine per capire come funzionavano e quali erano le loro difficoltà.
L’intervista condotta attraverso un focus group verteva su quattro temi: l’organizzazione interna, il coinvolgimento del quartiere, i rapporti con il comune e i rapporti con gli altri consigli di quartiere e organi di coordinamento. Dalla ricerca emerge un impegno costante, con incontri mensili, dei consiglieri, che operano tutti a titolo volontario.
La mancanza di una sala civica presente in tutti i quartieri indebolisce però il loro impegno. In molti casi la partecipazione dei cittadini è favorita da gruppi di lavoro e commissioni, anche se non tutti sono a conoscenza della presenza dei consigli di quartiere. Tranne rare eccezioni il coinvolgimento e i rapporti con i cittadini stranieri è inesistente. In ogni caso mancano forme di comunicazione che pubblicizzino le attività e che raggiungano tutti.
I 500 consiglieri, eletti dai cittadini, hanno inoltre lamentato la difficoltà di relazione con gli uffici comunali, la difficoltà ad avere dal comune risposte alle domande dei cittadini, e la scarsa considerazione del Comune verso i Consigli di quartiere: in molti casi sono stati avviati dei lavori nel quartiere senza avvisare i consigli di quartiere.
Sono invece frequenti i rapporti con i Consigli di altre zone per risolvere problemi comuni, per confrontarsi e collaborare. Del tutto inesistenti i rapporti ufficiali con i partiti politici che tra l’altro hanno, secondo l’indagine, una scarsissima presenza sul territorio cittadino. Più frequenti i rapporti personali con i partiti. La maggior parte dei Consigli di quartiere ha intessuto rapporti con le associazioni presenti sul territorio e le parrocchie, ma anche in questo caso sono frequenti i rapporti personali più che quelli ufficiali.
Per migliorare dunque la funzione dei consigli di quartiere, la ricerca suggerisce di legittimare i consiglieri come rappresentanti del quartiere e delle sue problematiche, ampliare l’impegno dei cittadini, comunicare meglio le attività del Consiglio e individuare una sala civica in ogni quartiere per rivitalizzare la partecipazione.