«Prima di combattere le mafie devi farti un autoesame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici. La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci». Queste le parole di Rita Atria, testimone di giustizia, tra le vittime di mafia ricordate ieri sera durante la veglia ecumenica celebrata al Duomo di Avellino.
Organizzata dall’associazione Libera, la veglia ha voluto essere un invito alla riflessione e alla preghiera. A Libera si sono unite le Acli di Avellino, i familiari delle vittime irpine, l’Azione cattolica, i rappresentanti delle Diocesi di Avellino, Ariano, Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia e il gruppo degli Scout irpini. Presenti in Duomo anche il presidente Acli Terra Giovanni Perito, il responsabile vita cristiana Acli Gerardo Salvatore, la vice-presidente provinciale Acli di Avellino Mariangela Perito e i ragazzi del Servizio Civile per ribadire con la loro presenza che un vivere comune si può definire anche civile, solo se basato sulla legalità, sulla giustizia, sul rispetto del bene individuale e comune.