Martedì – 15 agosto 2017 – Anno A
Parola del giorno: Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44; 1 Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56
DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 1,39-56)
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
46Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
50di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
51Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
54Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
55come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
COMMENTO AL VANGELO
a cura di don Flavio Debertol, accompagnatore spirituale Acli Bolzano
Nel corso dell’estate chi può cerca di concedersi un periodo di riposo per recuperare le forze fisiche e liberarsi dallo stress della vita quotidiana: al mare o in montagna si desidera il sole, si guardano le stelle del cielo e gli orizzonti lontani, nella speranza di vedere sempre più oltre, nella ricerca di infinito e di pace.
In questo periodo la Chiesa ci propone la contemplazione di Maria, Madre di Dio, assunta in cielo. E’ una festa che richiama ciò che abbiamo celebrato in primavera nel mistero pasquale: la morte, la resurrezione e la glorificazione del Figlio di Dio, generato da una donna, appunto Maria.
Il contenuto fondamentale della nostra fede riconosce che la morte raggiunge tutti gli uomini e quindi anche Cristo e la Madre sua Maria, ma “Cristo è resuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”. Non solo la resurrezione di Cristo è un fatto reale, ma è anche comunicata a tutti, cioè fonte di nuova vita per tutti, origine di una esistenza nuova per tutto il genere umano; in Cristo tutta la vita risorge. La festa dell’Assunzione di Maria pertanto riguarda anche noi e non può restare la semplice celebrazione di un fatto lontano nel tempo. Noi crediamo che, come “Cristo è asceso al cielo e siede alla destra del Padre”, così anche Maria, Madre del Figlio di Dio, dopo la morte è stata assunta con tutto il suo essere alla piena comunione con Dio: è entrata nel cielo, simbolo dell’infinito e del divino.
Sulla strada dell’assunzione aperta da Maria camminano nel corso dei secoli verso la piena salvezza tutti i credenti. E’ il progetto di Dio che sempre ci sorprende e supera la nostra mente. A tutti noi si estende la luce della speranza che la resurrezione di Cristo trasfigurerà i nostri corpi mortali a immagine del suo corpo glorioso.
L’introduzione di Maria alla vita reale con Dio inizia già con l’annuncio dell’angelo che la saluta «Piena di grazia, il Signore è con te… hai trovato grazia presso Dio… concepirai un figlio…sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo… Lo Spirito Santo scenderà su di te… Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio». Il Dio che guarda all’umiltà di Maria e genera per mezzo di lei il Figlio suo è lo stesso Padre che glorificherà il suo “servo” Gesù. Con la maternità colei che nel corso della sua vita resterà umile e silenziosa in disparte viene ricolmata di gloria e onore come il Figlio che è passato attraverso la croce alla gloria della resurrezione.
Il Vangelo di questa festa ci ripete le parole di Maria, che magnifica il Signore ed esulta in Dio suo salvatore: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome», e rivela la sua condizione di piena comunione con Dio oltre la morte: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata»: donna riempita di Dio in terra e il cielo.
Anche noi vogliamo ringraziare il Signore per averci fatto conoscere il suo disegno di salvezza universale e per averci indicato in Maria la strada per raggiungere il cielo.