Mai più minacce di tipo nucleare. È con questo intento che oggi, 26 settembre, si celebra la terza giornata per la totale eliminazione delle armi nucleari.
La giornata è stata istituita tre anni fa, nel 2013, per ricordare il gesto di Stanislav Evgrafovič Petrov, un tenente colonnello dell’Armata Rossa che nel 1983 salvò il mondo dall’olocausto nucleare. L’ufficiale, infatti, scelse di non dare l’ordine di lanciare missili nucleari contro gli Usa. Erroneamente, il sistema informatico russo aveva segnalato un attacco statunitense. L’intelligenza e il coraggio del colonnello sovietico fecero sì che l’uomo intuì che il messaggio che vedeva sui suoi monitor fosse un errore.
A breve, gli Stati Membri dell’Onu saranno chiamati ad esprimersi su una Risoluzione, già annunciata dall’Austria nei giorni scorsi, che chiederà la convocazione nel 2017 di negoziazioni verso uno strumento giuridicamente vincolante di proibizione delle armi nucleari. La Rete Italiana per il Disarmo, di cui le Acli fanno parte, fa appello al Governo italiano affinché si esprima positivamente su questa proposta, messa a breve all’attenzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sostenendo fattivamente percorsi concreti verso il disarmo nucleare.
Nel suo discorso per la giornata internazionale 2016 del disarmo nucleare, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha detto: “Tristemente, molti Paesi continuano a includere la deterrenza nucleare nelle proprie dottrine di sicurezza. Ma recenti sviluppi hanno mostrato come le armi nucleari non siano in grado di garantire pace e sicurezza. Piuttosto, il loro sviluppo e possesso, ha rappresentato una delle fonti principali per le tensioni internazionali”.
Le armi nucleari sono infatti le uniche che ancora non sono state messe al bando. Dal 1972 a l 2008 sono state progressivamente bandite le armi biologiche e chimiche , le mine e le bombe cluster.
“L’eliminazione delle armi nucleari – scrive la Rete disarmo – renderebbe disponibili enormi risorse che potrebbero essere usate per realizzare pienamente l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile”.
“Il prossimo ciclo di revisione del trattato di non-proliferazione nucleare inizia nel 2017. – ha concluso Ban Ki-moon – Il mondo non può permettersi un ulteriore turno di inazione”.