L’Istituto Cattaneo ha prodotto un interessante report, per valutare i programmi elettorali delle forze politiche in campo. Le dimensioni affrontate sono tre, la collocazione destra-sinistra, i contenuti e la concretezza nella formulazione delle idee.
Su quest’ultimo punto emerge che i partiti usano più dichiarazioni di principio che concrete proposte programmatiche. I partiti si espongono più per affermazioni general-generiche (“ci impegneremo a”) che non per proposte concrete e circonstanziate.
L’Istituto Cattaneo ha prodotto un interessante report, per valutare i programmi elettorali delle forze politiche in campo. Le dimensioni affrontate sono tre, la collocazione destra-sinistra, i contenuti e la concretezza nella formulazione delle idee.
Su quest’ultimo punto emerge che i partiti usano più dichiarazioni di principio che concrete proposte programmatiche. I partiti si espongono più per affermazioni general-generiche (“ci impegneremo a”) che non per proposte concrete e circonstanziate.
Il report calcola che – eccetto un caso dal programma molto ridotto – come minimo il 70% delle affermazioni programmatiche sia generico. Chi più chi meno, ovviamente. E questo, in generale, non è un bene, perché – anche solo osservando come si sia svolta la trattativa in Germania per la GroKo – le politiche richiedono molta competenza anche in fase di progettazione.
Invece, al momento, la politica italiana si gioca sulla prevalenza dei fini, degli obiettivi, rispetto ai mezzi, all’applicazione, al calcolo delle risorse, alle reali possibilità, al difficile collegamento con ambiti già disciplinati.
Insomma, i fini non accompagnano i mezzi. La politica è anche un po’ così, potremmo dire, produce margini di ambiguità. Ma, osservando il concreto svolgimento della campagna elettorale, potremmo dire che c’è una categoria di più.
Perché oltre all’ambiguità innocua di alcuni programmi che promettono un generico mondo migliore, c’è anche una ambiguità pericolosa, più che altro evocata, che richiama a dimensioni dove dominano il rancore, l’odio razziale e lo scontro sociale, magari con qualche posizione giustificazionista.
Queste sono ambiguità che minacciano la democrazia e creano i presupposti per un mondo peggiore.