Con i referendum del giugno del 2011 l’acqua pubblica è diventato un diritto dei cittadini, per questo le Acli, a 10 anni dallo storico referendum, in larga parte ancora disatteso, ribadiscono la loro contrarietà alla quotazione in borsa dell’acqua che favorisce speculazioni e variazioni del prezzo a discapito dei più fragili. L’acqua è un bene pubblico di prima necessità e deve essere accessibile a tutti. La pandemia sta ampliando la forbice delle diseguaglianze e oggi più che mai è necessario lottare affinché i beni comuni siano beni per tutti e non fonte di guadagno per pochi. In questo contesto si inserisce anche la battaglia che le Acli, insieme a tante associazioni e a tanti rappresentanti del mondo dello spettacolo, riuniti nell’Iniziativa dei Cittadini Europei “No profit on pandemic”.