Nel 2017 al 2018 la rotta Balcanica ha visto aumentare di 5 volte il numero di migranti verso l’Europa: dall’inizio dell’anno più di 21mila persone sono transitate solo in Bosnia Erzegovina, di cui almeno 5 mila si trovano bloccate a ridosso del confine croato, a causa dei respingimenti.
Con accampamenti improvvisati, violenze, con condizioni di vita estreme, come segnalato da varie organizzazioni internazionali e umanitarie.
Una situazione drammatica ma spesso è sconosciuta o sottovalutata in Europa.
L’Ong delle ACLI Ipsia, in collaborazione con le ACLI di Treviso, nell’ambito del progetto “Giovani: nuovi narratori e attori della cooperazione allo sviluppo” – finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (Aics) – organizza a Treviso un incontro per approfondire i vari aspetti di questa vera emergenza con Silvia Maraone, cooperante e coordinatrice degli interventi lungo la Balkan Route per Ipsia.
La rotta balcanica è percorsa da centinaia di migliaia di persone in fuga da Paesi in guerra come Siria, Iraq, Afghanistan e Pakistan.
Dal 2017 Ipsia è presente con vari progetti, in particolare rivolti a chi è più fragile, come donne e bambini, programmi di sostegno psico-sociale a Bihać (Bosnia Erzegovina) e Bogovadja (Serbia), come i “Social Cafè” all’interno dei campi, dove si accolgono i migranti facendoli sentire individui non solo numeri in transito.
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