“Ripartiamo da noi stessi, consapevoli che fare parte di una associazione di promozione sociale rappresenta oggi un valore aggiunto importante da custodire ed anzi rivitalizzare con creatività”: le ACLI di Treviso danno il loro contributo concreto per aiutare le fasce più deboli della comunità, quelle più colpite dall’emergenza Covid-19, sostenendo in questi mesi 10 famiglie in situazione di vulnerabilità.
Un aiuto che arriva con diverse forme di autotassa o partecipazione da parte degli aclisti, per lanciare un segno tangibile di attenzione e solidarietà.
«In questo tempo di Coronavirus aumentano le persone a rischio di povertà o, peggio, che ci finiscono dentro – ha affermato Laura Vacilotto, presidente provinciale ACLI, presentando la proposta a tutti i dipendenti del sistema in una video-call. È prima di tutto un “dato” esperienziale quello che emerge dal confronto tra ACLI e altre realtà, Caritas e Sant’Egidio soprattutto, con cui da anni collaboriamo. Ma è anche esperienza che molti di noi toccano con mano, attraverso le persone conosciute a sportello, nei progetti di inclusione, oppure nelle reti di relazioni che abitiamo, seppur ora nella distanza».
Alle famiglie verranno consegnati generi alimentari o altri beni di prima necessità. L’obiettivo è comunque quello di far emergere, sostenere e valorizzare la capacità solidale del Sistema ACLI nel suo insieme, che deriva da una prossimità quotidiana con situazioni di bisogno. «Chi lo desidera potrà scegliere tra diverse opzioni, anche aggiungendone in base alla propria disponibilità: segnalare una situazione perché venga accolta; donare generi alimentari e di prima necessità; promuovere una forma di autotassa o destinare un contributo; svolgere il servizio di distribuzione, previa autorizzazione da parte della presidente; mettere a disposizione delle competenze; far realizzare ai bambini dei disegni per altri bambini». Tutto ciò che possa aiutare chi si trova in maggiore difficoltà.