E’ di pochi giorni fa la notizia della cessione di AST-Acciai Speciali Terni da parte della tedesca ThyssenKrupp al Gruppo ARVEDI, tra i grandi player della siderurgia italiana.
Dopo le notizie recenti sulle chiusure degli stabilimenti di varie multinazionali in diverse regioni, che hanno come immediata conseguenza centinaia di disoccupati, si tratta di una notizia a cui le ACLI di Terni guardano con grande attenzione, trattandosi della principale impresa umbra per numero di occupati e per esportazioni, oltre che di un’azienda centrale nel comparto dell’acciaio in Italia, uno dei settori che potrebbero guidare la ripresa, la vera sfida del Governo Draghi.
«Come ACLI di Terni accogliamo con interesse e speranza la notizia dell’avvenuto accordo per la cessione delle Acciaierie di Terni da parte della proprietà tedesca ThyssenKrupp», queste le prime parole della nota ufficiale con cui le ACLI di Terni hanno espresso la loro posizione rispetto a questo cambiamento epocale nella proprietà e gestione.
«In primo luogo, giudichiamo con favore che sia stato individuato allo scopo un primario operatore nazionale del settore, sgomberando il campo da ipotesi che potevano veder protagonisti fondi di investimento non interessati all’aspetto produttivo ma orientati alla massimizzazione finanziaria delle attività, operazioni che purtroppo abitualmente avvengono a scapito di occupazione, investimenti e prospettive di continuità produttiva delle società oggetto di simili attenzioni. Inoltre, la cessione ad una industria siderurgica italiana lascia confidenti circa la effettiva possibilità che Terni possa continuare a giocare un ruolo centrale nel settore, stante l’asserita volontà del Governo di definire la siderurgia come settore strategico di interesse nazionale e di sostenere, tutelare e promuovere adeguatamente i processi di riconversione ecologica e di salvaguardia dell’occupazione e dei volumi di produzione, anche nella prospettiva di un rinnovato protagonismo del settore siderurgico nel percorso di rilancio dell’economia e della società italiana che farà perno sull’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».
«Non di meno, riteniamo degne di attenta valutazione le riserve espresse dalle forze sindacali che invocano elementi di definizione e chiarezza da parte della nuova proprietà attraverso la presentazione di un dettagliato piano industriale in grado di rappresentare ogni aspetto e conseguenza dell’operazione di integrazione di AST nelle preesistenti attività e strutture di Arvedi, ivi comprese eventuali conseguenze (positive o negative) sui livelli occupazionali e sulla produzione dell’insediamento produttivo ternano».
«Alle istituzioni locali chiediamo una presenza costante e attenta nel processo di transizione, un supporto fattivo alle legittime richieste delle rappresentanze sindacali ed una interlocuzione autorevole e cordiale con la nuova proprietà, dalla quale ci attendiamo una attenzione al territorio e alla comunità ternana e umbra analoga a quella storicamente riservata al Cremonese, suo territorio di origine e di quasi centenaria operatività».
«AST rappresenta la principale impresa umbra per numero di occupati e per esportazioni: le sue sorti sono indissolubilmente legate a quelle di un territorio che, purtroppo da tempo, conosce un declino né lento, né costante. E’ responsabilità di tutti gli attori in gioco (imprenditori, istituzioni, sindacati, cittadini) far sì che questa transizione della proprietà rappresenti una occasione di rilancio e non, malauguratamente, una occasione irrimediabilmente persa per una vitale inversione di tendenza».