Acli Siena, in collaborazione con Libera e la Fondazione Monsignor Orlando Donati, presentano il 19 febbraio il libro di Vittorio Alberti “Pane sporco. Combattere la corruzione e la mafia con la cultura”.
«Noi italiani, oggi, siamo culturalmente degradati, cioè corrotti. Il linguaggio, la condotta, il pensiero, il gusto, ciò che si coagula nel termine “civiltà” oggi in Italia è deteriorato, rovinato come un pane bianco caduto a terra», con queste parole l’autore affronta nel suo volume alla radice la piaga originaria che consuma la società italiana e mina alle basi qualunque prospettiva di progresso civile.
Il merito, la bellezza, la cultura, il progresso civile disprezzati in nome di miopi interessi personali o di gruppo.
Ed è contro la cultura della mafia e della corruzione che è indispensabile battersi, come sostengono nel saggio introduttivo il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, e nella postfazione il fondatore dell’associazione Libera, don Luigi Ciotti. «La corruzione e la mafia sono simboli maledetti di questa grande corruzione culturale, sono bruttezza. Per ricucire un futuro la strada è nel passato, nel nostro patrimonio, che è bellezza. Ecco l’idea: la potenza culturale italiana per combattere la corruzione e le mafie. Il patrimonio di intelligenza e bellezza, che è il nostro valore, la nostra identità, è nostro e nessuna forza oscura può togliercelo a meno che non glielo lasciamo fare, come spesso avviene per nostra colpa».
Oltre all’autore, componente del Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, interverranno alla presentazione: S.E. Mons. Antonio Buoncristiani, Arcivescovo di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino, l’onorevole Rosy Bindi, già presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, e il procuratore della Repubblica di Siena Salvatore Vitello.
«Abbiamo scelto di presentare questo libro – spiega il responsabile delle Acli Siena, Enrico Fiori – perché siamo convinti che la lotta contro la corruzione e le mafie passi innanzitutto attraverso un forte impegno culturale. L’idea che sta alla base dell’innovativa intuizione dell’autore, Vittorio Alberti, è legata al fatto che questi fenomeni criminali possano essere combattuti non solo sul necessario piano repressivo, ma anche mettendo in campo tutta la potenza culturale italiana, un valore da giocare nella società, per raggiungere un autentico progresso civile».