Noi riconosciamo un grande valore alla legge sul Terzo Settore perché dà dignità al nostro mondo, ma l’eccessiva burocratizzazione fa male, soprattutto considerando che ci sono dei settori e soggetti molto diversi che è difficile mettere insieme. Il legislatore, nell’attuare la riforma, deve evitare di vessare il mondo delle associazioni che già viene da anni complicati – Così il Presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia, intervenuto al convegno: “Sport sociale e per tutti: ambiti di intervento e connessioni tra la Riforma dello Sport e quella del Terzo Settore” che si è da poco concluso a Pesaro all’interno dello Sport In tour dell’US Acli, con la presenza, tra gli altri, della Sottosegretaria per il Governo allo Sport, Valentina Vezzali, della Sottosegretaria per il Governo al Lavoro, Rossella Accoto, del Presidente nazionale dell’US Acli, Damiano Lembo, del responsabile delle Relazioni esterne e Istituzionali della Figc, Roberto Coramusi, e del Capo Redattore Ansa Sport Nazionale, Piercarlo Presutti, che ha moderato l’incontro. “Il Terzo settore spesso è usato come una spillina, a tutti piace metterla ma poi si fa fatica ad aiutarlo e si usa un po’ come spazzino dei problemi, soprattutto nelle periferie. – ha aggiunto Manfredonia – Pretendiamo più attenzione: la proposta di legge Rufa, che prevede il 5 per mille per le forze armate, di fatto snatura lo scopo sussidiario del 5 per mille e taglia altre risorse al Terzo settore. Si tratta di un altro schiaffo, un altro problema grave da risolvere insieme alle modifiche alla fiscalità che ancora vengono frenate e all’urgenza di cambiare la recente norma che prevede l’IVA per tutte le associazioni, in un quadro dove il Terzo settore sta subendo una burocratizzazione più forte del mondo imprenditoriale”.