“Non c’è tempo da sprecare!” è lo slogan scelto dalle ACLI provinciali di Roma per celebrare la Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che ricorre venerdì 5 febbraio 2021.
Varie le iniziative messe in campo dall’associazione, da sempre in prima linea in questa battaglia: tra queste il web talk “Stop food waste. One health, one planet” e una cartolina di sensibilizzazione che riporta una frase significativa “Non c’è tempo da sprecare – recuperiamo le eccedenze per creare valore sociale, economico e ambientale”.
«La sfida contro lo spreco alimentare – dichiara Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma aps – non ammette perdite di tempo. Per questo abbiamo scelto di rappresentare per questa giornata una clessidra, dentro la quale è racchiuso il futuro del nostro pianeta».
I numeri descrivono un impegno costante dalla parte dei più deboli: da gennaio 2019 a gennaio 2021 con il progetto “Il cibo che serve” sono stati recuperati 174.630 kg di cibo, la maggior parte durante il lockdown, che ha visto aumentare in maniera considerevole le persone in difficoltà e di conseguenza l’impegno aclista, nel Lazio come in tutta Italia, con le varie sedi locali, provinciali e regionali.
“La raccolta e distribuzione di beni alimentari – pane, frutta e ortaggi, pesce, prodotti a lunga scadenza e salumi – è resa possibile grazie ad una rete di solidarietà che coinvolge 71 realtà solidali, 160 esercenti donatori, che ha permesso di raggiungere 5000 persone ogni giorno”, spiega una nota delle ACLI provinciali.
E’ stato inoltre realizzato il fotolibro “Cibo libera tutti”, un racconto per immagini delle attività della Buona Pratica “Il cibo che serve”, con uno speciale focus all’impegno svolto durante il lockdown nel 2020.
«Il nostro progetto – conclude Borzì – chiama in causa tutti i soggetti della sussidiarietà, mettendo insieme pubblico e privato, profit e no profit. Una buona pratica di economia circolare per cui il cibo, a un passo dal diventare rifiuto, si trasforma in una risorsa che produce un valore che vale per cinque: ambientale, economico, sociale, educativo e per la salute».