La battaglia contro la mafia è iniziata tantissimi anni fa e dura ancora oggi: un periodo lungo e tragico della nostra storia, che ha coinvolto, accanto a esponenti delle forze dell’ordine e della magistratura (giudici come Giovanni Falcone, poliziotti come Boris Giuliano, e molti molti altri) anche giornalisti che hanno vissuto il loro lavoro con coraggio, andando sul campo “di guerra”, è il caso di dirlo, a rischio della propria vita. E tanti sono morti per fare il loro dovere di cronisti, raccontare cosa succedeva nelle terre di mafia, citiamo i casi di Mauro De Mauro e Mario Francese, e tanti altri potremmo farne.
Per ricordare chi ha pagato con la vita, ma anche i giornalisti che tutt’oggi sono impegnati contro la criminalità organizzata, il 12 ottobre presso il Circolo delle Acli di Anzio verrà presentato il libro “Giornalisti in terre di mafia”, nell’ambito della IV edizione dell’Ottobrata Solidale, manifestazione promossa dal sistema ACLI di Roma
Si tratta del terzo volume di “Mafie” della Melampo Editore, preceduto dai testi “La mafia dopo le stragi” e “Imperi criminali”, ed è una selezione di articoli che da circa due anni vengono pubblicati ogni giorno sul blog di Repubblica.it “Mafie da un’idea di Attilio Bolzoni”. Raccoglie circa trenta testimonianze di giornalisti che parlano della loro esperienza diretta sul campo. Ogni articolo descrive aspetti inconsueti di quella che viene definita mafia, come la stessa difficoltà di parlare delle mafie, soprattutto quando i mafiosi si presentano in vesti all’apparenza normali, senza rendere palese l’uso della violenza. O come quando sono protetti da “insospettabili” del mondo della politica e dell’imprenditoria.
Nelle pagine troviamo le due facce del giornalismo in terra di mafia: quello più coraggioso ed irriverente ma anche esempi di quell’informazione più “morbida”, conformista, remissiva e conciliante, che pure ha avuto tante voci.
Un libro importante, che presenta un quadro sintetico ma esaustivo di un mondo, quello criminale, che forse percepiamo poco ma che ci circonda in maniera opprimente.