Il doping è una piaga che avvelena lo sport, di ogni tipo e a ogni livello, agonistico e amatoriale.
Dal calcio alla corsa, dal ciclismo all’atletica, dalla serie A alle serie secondarie dei piccoli campionati di provincia, non vi è settore sportivo che non sia stato coinvolto in uno scandalo che ha messo in discussione sportivi di assoluto prestigio, minando anche a livello internazionale sport e carriere ritenute intoccabili.
Il Circolo Acli di Rivello (Potenza) ha voluto discutere di questo tema promuovendo la tavola rotonda “Storie di doping, storie di sport“, in collaborazione con la Fand, Associazione Italiana Diabetici “Tre Valli“ e il patrocinio del Comune di Rivello, del Comitato Regionale Coni Basilicata e Federazione Italiana Baseball e Softball Fibs.
Si è parlato di sport e doping attraverso le parole di sportivi, medici, legali, che hanno raccontato le loro esperienze, storie di prevenzione e lotta al fenomeno, di carriere sportive ad alti livelli, riportando casistiche di fatti noti ed acclarati e vicende dubbie ed irrisolte. Ognuno ha dato una descrizione del fenomeno dal proprio punto di vista.
L‘obiettivo era informare e formare i presenti sul doping, i suoi aspetti e la sua pericolosità, anche per la salute dello sportivo, e di come a volte si può cadere in questo errore anche per scarsa informazione.
“Crediamo che lo sport sia un’esperienza educativa che incide sulla formazione della persona, dei ragazzi, sulle relazioni, sulla spiritualità. Ovviamente lo sport è sacrificio, ed a volte trovare scorciatoie, può essere dannoso e soprattutto pericoloso, se autodidatta e fuori controllo“, spiega Gustavo Savino, presidente del Circolo locale.