Tra le conseguenze della pandemia, oltre a quelle sanitarie, vi è una seria crisi finanziaria ed economica di cui stiamo già vedendo gli effetti: sono tante le persone e le famiglie che hanno visto peggiorare, anche drasticamente, le proprie condizioni.
Cercare soluzioni è fondamentale, sia nell’immediato che soprattutto in prospettiva futura, quando lo sblocco dei licenziamenti rischierà di aumentare in maniera esponenziale il numero di disoccupati.
In questo quadro, l’agricoltura può diventare una risorsa economica per il territorio e una opportunità di occupazione per chi ha difficoltà a trovare un nuovo lavoro, ma anche strumento di aggregazione inclusione sociale.
Parte da questa idea il progetto “Lavoro: LAVoro, Orientamento e Opportunità per creare inclusione e benessere”, promosso dalle ACLI provinciali di Pavia in collaborazione con le associazioni Orti sociali di Voghera e Agape di Pavia, finanziato da Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e Regione Lombardia.
Potranno partecipare al corso di formazione gli inoccupati, con particolare attenzione ai soggetti fragili e con più difficoltà nel reinserimento lavorativo e sociale.
Interessante la chiave scelta per dare loro supporto e formazione: il percorso formativo mira a fornire oltre a competenze pratiche nel settore agricolo anche un sostegno e skills che le aiutino ad affrontare in maniera proattiva le situazioni critiche in cui si trovano e da cui vogliono uscire anche grazie all’adesione al progetto.
Analizzando il contesto sociale, le criticità emerse possono essere a livello economico, relazionale e sociale, o tutte insieme: per questo motivo l’obiettivo è fornire innanzitutto gli strumenti personali per uscirne in maniera positiva.
Le attività formative si declineranno in base alle varie realtà locali ma l’obiettivo finale è di riuscire a reinserire circa cento persone nel corso di un anno.