Il Coordinamento nazionale donne Acli ha aderito all’iniziativa a contrasto della pratica della maternità surrogata promossa dall’Associazione Se non ora quando – libere. “La pratica della surrogata, che in Italia è reato, ci indigna soprattutto per la riproposizione di un modello femminile legato esclusivamente allo sfruttamento e alla mercificazione del corpo. – afferma Agnese Ranghelli, responsabile del Coordinamento Donne Acli – Da sempre, come donne delle Acli, siamo impegnate a combattere le tante forme di mercificazione del corpo della donna e la maternità surrogata fa esattamente questo: è una subdola forma di violenza perpetrata da persone che possono permettersi di spendere ingenti somme di denaro per questa compravendita di mamme e bambini. Non si tratta di un giudizio sul legittimo desiderio di maternità e paternità di tante persone che, per vari motivi, non possono generare figli: siamo ben consapevoli di tutte le difficoltà cui si va incontro in questa situazione. Tuttavia, ci sono molti modi per essere generativi, dall’adozione, anche a distanza, all’affido, allo stesso impegno sociale e nel volontariato”.