Il 14 maggio scorso, le Acli Emilia-Romagna e la Giunta Regionale hanno firmato il protocollo locale per l’attuazione del Redditto di Solidarietà e delle misure a contrasto di povertà ed esclusione sociale proposto dall’Alleanza Contro la Povertà.
Oltre 65mila famiglie al di sotto della soglia di povertà assoluta; 4mila senza tetto nelle principali città della regione; tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) del 26,3%. Questi i dati allarmanti che hanno convinto – ora più che mai – la Giunta Regionale emiliano-romagnola a firmare un protocollo d’intesa sulle politiche attive di lotta alla povertà insieme con l’Alleanza Contro la Povertà e le Acli Regionali.
La base di partenza è la legge regionale del 2015 che prevede una misura di welfare attivo aggiuntiva rispetto al SIA – Sostegno per l’Inclusione Attiva: il cosiddetto Reddito di Solidarietà. Questo strumento studiato dalla Regione Emilia-Romagna allarga la platea dei beneficiari del SIA a tutti i nuclei familiari emiliano-romagnoli al di sotto di un ISEE pari a 3.000 euro. Esso consiste in un sostegno economico legato a un progetto di attivazione sociale e di inserimento lavorativo concordato con i Centri per l’Impiego e Servizi Sociali dei Comuni finalizzato a superare le difficoltà dell’inserimento lavorativo e lo stato di esclusione sociale dei cittadini svantaggiati.
Le Acli Emilia-Romagna e l’Alleanza hanno firmato un protocollo di politiche di welfare attivo, sostenendo la scelta della Giunta Regionale e concordando così alcuni obiettivi comuni realizzabili solo con la collaborazione e l’expertise del Terzo Settore. I firmatari del protocollo si impegnano infatti a realizzare – in primis – un sistema adeguato ai bisogni della fascia più vulnerabile della popolazione della regione integrando tutti gli strumenti normativi e le relative risorse a disposizione a livello regionale e nazionale. Inoltre, tutte le parti coinvolte dal protocollo si impegnano nella semplificazione delle modalità di accesso a questi strumenti di welfare da parte dei cittadini aventi diritto e nella divulgazione delle informazioni necessarie a suddetti cittadini, per usufruire di queste forme di sostegno al reddito.
Il protocollo definisce ampiamente tutte le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi, segnalando anche il ruolo attivo di ciascun firmatario.
Questa firma stabilisce un “punto di non-ritorno” per le politiche attive rivolte ai poveri assoluti, con un rapido avvicinamento alla diffusione di strumenti come il ReS – Reddito di Solidarietà e il ReI – Reddito di Inclusione a livello nazionale.