Domenica 17 novembre sarà celebrata la terza edizione della “Giornata mondiale dei poveri”, voluta da Papa Francesco a conclusione del Giubileo della Misericordia e divenuta un appuntamento mondiale, che avrà quest’anno come tema “La speranza dei poveri non sarà mai delusa”.
Le ACLI di Cremona vogliono porre l’attenzione su una delle varie forme di povertà, quella che affligge determinate categorie di lavoratori, fenomeno in crescita in Italia.
Per questo hanno organizzato per il 15 novembre un laboratorio con l’obiettivo di approfondire il tema nei suoi molteplici aspetti, economici, sociali, individuali, e conoscere le misure messe in campo dalla politica per porre un freno a questo grave problema.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) è l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di “promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne“. Secondo questo organismo ben il 42% di tutti i lavoratori nel mondo è costituito da precari, malpagati, “working poors“, ovvero persone che lavorano al di sotto della soglia limite della povertà, che corrisponde a compensi inferiori a tre dollari al giorno.
Come spiega una nota delle ACLI: «L’articolo 1 della Costituzione afferma che “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” e l’art. 36 che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Ciò impone di mettere al centro dell’attenzione delle organizzazioni sociali e della politica la questione della povertà lavorativa».
Come afferma Papa Francesco nel suo messaggio ai fedeli: «L’impegno dei cristiani, in occasione di questa Giornata Mondiale e soprattutto nella vita ordinaria di ogni giorno, non consiste solo in iniziative di assistenza che, pur lodevoli e necessarie, devono mirare ad accrescere in ognuno l’attenzione piena che è dovuta ad ogni persona che si trova nel disagio. «Questa attenzione d’amore è l’inizio di una vera preoccupazione» (Evangelii gaudium, 199) per i poveri nella ricerca del loro vero bene. Non è facile essere testimoni della speranza cristiana nel contesto della cultura consumistica e dello scarto, sempre tesa ad accrescere un benessere superficiale ed effimero. È necessario un cambiamento di mentalità per riscoprire l’essenziale e dare corpo e incisività all’annuncio del regno di Dio».