Un percorso formativo che vuole connettere generazioni diverse, per valorizzare un rapporto prezioso, quello tra anziani e bambini, che è una ricchezza per entrambi.
Si chiama “Generazioni nell’orto” ed è promosso con le risorse del 5X1000 dalle ACLI di Caserta in collaborazione con il Terzo Circolo Didattico di Mondragone, con la Fap ACLI e con ACLI Terra di Caserta.
Obiettivo del progetto, che ha coinvolto sia i bambini della scuola dell’infanzia che quelli della scuola primaria, è creare un piccolo orto negli spazi liberi della scuola e implementare l’attività didattica con tutte le azioni indispensabili alla concreta creazione e al mantenimento in vita dell’orto, con l’apporto continuo di nonni anziani esperti.
“L’idea di coltivare un orto a scuola si connette con la vocazione “rurale” dell’uomo, che la società moderna ha in parte mortificato, ma che tuttavia resta come una traccia incancellabile della sua natura più profonda”, così le ACLI spiegano il senso dell’iniziativa.
Anziani e giovani, genitori e figli hanno sviluppato forti relazioni proprio nell’impegno della coltivazione e della cura condivisa dell’orto, questo ha significato, in modo particolare per gli anziani coinvolti, poter recuperare o rafforzare un ruolo sociale di guida, di esempio, di conservazione di saperi e tradizioni.
Nella scuola l’orto permette, appunto, di “imparare facendo”, di sviluppare la manualità e il rapporto reale e pratico con gli elementi naturali e ambientali, di sviluppare il concetto del “prendersi cura di”, di imparare ad aspettare, di comprendere le diversità, di lavorare in gruppi, sviluppando di fatto un’educazione alimentare consapevole del valore del cibo.
“Gli studenti, in un contesto che favorisce il loro benessere fisico e psicologico, attraverso le attività di semina, cura, raccolta, compostaggio, apprendono i principi dell’educazione ambientale e alimentare, imparano a leggere in chiave ecologica le relazioni che legano le persone, anche di generazioni diverse, e a prendersi cura del proprio territorio”.
Imparare insieme e trascorrere del tempo “sul campo” crea nuovi rapporti affettivi e sociali tra i vari protagonisti del progetto, in un clima di allegria e condivisione.