Parte il progetto Erasmus+ “A walkthrough the history of Madeira”, grazie al quale due giovani sardi trascorreranno sette mesi sull’isola portoghese: un’occasione di confronto e conoscenza, per studiare le best-practices locali da applicare in Sardegna, impoverita da uno spopolamento continuo, come ci confermano i dati.
Entro la fine del secolo ci saranno circa 100 Comuni fantasma in Sardegna. I sardi, lo dicono gli studi, sono sempre di meno e sempre più vecchi: al 1° gennaio 2015 si contavano circa 181 anziani ogni 100 giovani con meno di 15 anni, e la situazione continua a peggiorare. Disoccupazione, mancanza di servizi e imposizione di nuovi modelli di vita urbani sono solo alcune delle cause di un processo di spopolamento che non ha soltanto gravi conseguenze economiche, ma anche culturali e sociali.
«Esistono comunità con caratteristiche molto vicine alle nostre che stanno riuscendo a invertire la tendenza – spiega il presidente delle Acli di Cagliari Mauro Carta –. Nell’isola portoghese di Madeira grazie ad un basso costo della vita, a politiche fiscali vantaggiose per i residenti e per chi apre un’attività o un’impresa, sono riusciti a ridurre l’emorragia di cittadini e attirato nuovi abitanti. Abbiamo la necessità di comprendere quali buone pratiche è possibile importare nella nostra isola».
Per questo le Acli hanno deciso di presentare un progetto Erasmus+ per i due ragazzi sardi che a Madeira potranno migliorare le proprie competenze professionali e crescere a livello personale.
«Ma non solo – conferma Carta –. Grazie all’attività di confronto e co-progettazione con partner locali, stiamo gettando le basi di una collaborazione. In questi giorni, ad esempio, stiamo visitando l’isola portoghese e incontrando di persona le realtà associative che ci stanno accompagnando e affiancando in questo percorso: speriamo sia l’occasione per discutere di future occasioni di collaborazione che possano aiutarci a combattere lo spopolamento».
«L’incontro a Madeira sarà l’occasione per conoscere personalmente i partner dell’Associação Académica da Universidade da Madeira con cui abbiamo iniziato un anno fa questo percorso di co-progettazione – afferma la responsabile di progetto Benedetta Iannelli – è la prima volta che lavoriamo con il Portogallo e auspichiamo che i nostri ragazzi che vivranno a Madeira potranno fare un’esperienza importante che gli consentirà di riportare indietro qualcosa. Siamo convinti che torneranno in Sardegna con idee nuove, e capaci di contribuire allo sviluppo di nuovi progetti locali in grado di arricchire il nostro tessuto sociale».