Cresce sempre più in Emilia-Romagna il network dei “Comuni amici della famiglia”, ideato dall’Agenzia della Provincia Autonoma di Trento per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili, che vede le Acli di Bologna come prima realtà bolognese ad aderire. Ad oggi fanno parte della rete numerosi enti, comuni, organizzazioni.
«Aderendo al network» spiega Diaco «ci siamo presi l’impegno di sensibilizzare e stimolare gli Enti del nostro territorio a promuovere politiche familiari sempre più efficaci e diffuse, con un’attenzione peculiare ai servizi, alle agevolazioni economiche e alla diffusione di esse non solo alle fasce di popolazione in situazione di disagio socio-economico, ma anche alla “famiglia media”».
Il comune di San Benedetto Val di Sambro è l’ultimo dei comuni del bolognese che aderiscono al network, raccogliendo l’appello mosso dalle Acli di Bologna: un segnale importante da un piccolo centro di 4000 abitanti dell’appennino tosco-emiliano che, come tante zone di montagna, ha delle criticità specifiche, in particolare relative all’abbandono dei territori.
“Non un investimento assistenziale per le famiglie in difficoltà, bensì un insieme di politiche di sostegno a quelle di ogni ceto e ai giovani che aspirano a costituirne una propria. Soprattutto nella zona dell’Appenino, occorre uno sforzo in più per contrastare il calo demografico”, afferma il sindaco Alessandro Santoni.
Per il presidente delle Acli di Bologna Filippo Diaco, l’idea più interessante “riguarda lo studio di alcune soluzioni abitative innovative per giovani e famiglie: viste le caratteristiche e le difficoltà del mercato immobiliare bolognese, è molto utile ragionare nell’ottica di città metropolitana”. “A livello regionale esistono già politiche familiari molto efficienti”, prosegue Diaco, ma “una più stretta collaborazione fra istituzioni e Terzo Settore può dare modo di individuare questioni ancora più specifiche di un determinato territorio, proponendo soluzioni su misura”. La collaborazione si concretizzerà nei prossimi mesi con alcune proposte di servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e vita per le famiglie sanbenedettesi, “coinvolgendo, oltre al Comune stesso, il volontariato locale, le parrocchie, i cittadini” conclude Diaco.