La cronaca ci riporta sempre più spesso notizie drammatiche che riguardano il mondo del lavoro e la condizione dei lavoratori: si pensi al caso della giovane Luana D’Orazio, morta per un incidente in un’azienda tessile della provincia di Prato. O a quello più recente di Adil Belakhdim, sindacalista investito da un camionista durante un presidio dei lavoratori della logistica a Biandrate (Novara).
Anche Papa Francesco è intervenuto recentemente sul tema e ha ricordato i troppi disoccupati e i lavori degradanti in un videomessaggio ai partecipanti alla Conferenza Internazionale del Lavoro.
“Ad emergere è sempre più un mondo di illegalità perpetrato da taluni imprenditori e da alcune multinazionali, senza nessun intervento dalle autorità. Serve, oggi più che mai, denunciare e intervenire su tutto ciò che di illegale e illecito colpisce il mondo del lavoro per fare emergere tutte le situazioni, dalla più insignificante alla grossa violazione. Si tratta di difendere la dignità, si tratta di difendere vite”.
Così le ACLI di Arezzo spiegano il servizio attivato per tutelare la salute dei lavoratori e per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. Il progetto si chiama “Sos – Lavoro Sicuro” e offre la possibilità di utilizzare una linea telefonica a cui segnalare situazioni di pericolo, omissioni o mancato rispetto delle normative in materia di prevenzione degli incidenti.
Il personale delle ACLI, garantendo il totale anonimato, analizza l’eventuale problematica e si occupa di avviare rapporti con enti e istituzioni pubbliche per valutare le possibilità di controllo e di intervento. La segnalazione può essere inviata con un messaggio su WhatsApp al numero 334/74.155.90.
“L’obiettivo è mettere sotto i riflettori la sicurezza e la dignità nel mondo del lavoro -, ci spiega il presidente delle ACLI aretine Luigi Scatizzi -. Sicurezza perché stiamo vivendo una regressione, aggravata dalla pandemia e dalla carenza di lavoro, e temiamo che possa peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi. Ed è per questo che vogliamo presidiare questo tema cruciale e abbiamo deciso di dare l’opportunità di segnalare situazioni a rischio. L’altro “motore” del progetto è la volontà di affermare e difendere la dignità del lavoro contro ogni sopruso, come il caporalato – che è noto in agricoltura ma è un fenomeno diffuso anche in altri ambiti -, anche sostenendo attività in ambito legislativo a tutela dei lavoratori”.
Il progetto rientra nell’ambito dello Sportello Famiglia, sostenuto con le risorse del 5×1000 alle ACLI, il nuovo servizio attivato per ascoltare le criticità di singoli cittadini o di nuclei familiari e fornire ascolto, orientamento e supporto nelle diverse pratiche della vita quotidiana.
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