“Non abbiate paura delle sconfitte, seguite i vostri sogni. Il domani lo costruite oggi.” Shirin Ebadi, prima donna musulmana Nobel per la Pace, ieri sera a Bergamo ci ha dato una grande lezione di umanità e coraggio. “Amo la mia famiglia, ma la giustizia di più” e’ con questa sua frase che Daniele Rocchetti, Presidente delle Acli di Bergamo presenta ad una platea straordinariamente numerosa Shirin Ebadi, all’interno della rassegna delle Acli bergamasche “Molte fedi sotto lo stesso cielo”. La storia dell’Iran e dei diritti umani si intrecciano al suo carisma, quello di una donna giudice che si ritrova nel 1979,subito dopo la rivoluzione, segretaria del tribunale che ha guidato.
Oggi da Londra, in esilio dopo l’arresto di suo marito e sua sorella in patria e la confisca dei suoi beni, continua le sue battaglie con l’aiuto dei suoi colleghi in patria.
In mezzo le sue battaglie per l’uguaglianza tra uomini e donne che le costano minacce e una vita di segregazione. Nel suo ultimo libro “Finché non saremo liberi” e nelle parole che ci ha regalato c’è l’amore per la sua terra e la dolcezza di una madre.
Un racconto intervallato da molte domande dei ragazzi presenti che gli chiedono del suo ricordo più caro in Iran, se rifarebbe tutto quello ha fatto di fronte alle rinunce subite, se il suo paese potrà trovare pace.
Citando Cartesio, ci riporta alla ragione e all’umanità che sono le risposte alla sete di giustizia del nostro mondo. Nella giornata internazionale della Pace Shirin Ebadi ha portato in Italia una luce di speranza.