L’articolo 2 della legge 194/1978 recita: “I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, spiega: “Alla luce di ciò, e pur avendo chiaro che il rischio di una strumentalizzazione è sempre in agguato, appare difficile considerare l’emendamento della maggioranza che permette “la collaborazione con i consultori di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel campo del sostegno alla maternità”, sul quale il Governo ha posto la fiducia, come un attentato al diritto di aborto, che peraltro nel nostro Paese non esiste, perché non è questo lo spirito della legge 194.
Sarebbe più utile se tutte le forze di maggioranza e di opposizione, evitando per quanto possibile atteggiamenti strumentali o dogmatici, si interrogassero sui problemi della denatalità, della paternità e maternità responsabili e del supporto alle famiglie in una società che cambia, sapendo che la vita umana è una sola e va adeguatamente riconosciuta, promossa e protetta nella sua dignità in ogni momento.
Al Governo in particolare chiediamo di avanzare proposte serie e credibili per la crescita economica e sociale che vadano nella direzione di uno sviluppo delle politiche familiari e di vero supporto alla natalità”, conclude Manfredonia.