“In questi tre giorni ci siamo interrogati su come trasformare le nuove tecnologie in strumento di democrazia a servizio del bene comune”. Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, ha chiuso oggi a Cuneo il 55° Incontro nazionale di Studi delle Acli, intitolato “Nuove tecnologie e intelligenza artificiale. Esperienza del limite e desiderio di infinito”.
Non ci può essere un progresso senza il rispetto della dignità della persona. Per questo le nuove tecnologie ci pongono tre interrogativi profondi: “Il primo è di ordine morale, perché riguardano la capacità dell’essere umano di utilizzare questo strumento per una logica bellica o di pace, per il profitto personale o quello generale”, ha spiegato Manfredonia. “Il secondo è di carattere sociale e riguarda la questione fondamentale delle disuguaglianze e di quanto l’AI possa incidere sul loro aumento o sulla loro diminuzione. Infine, il terzo interrogativo è di natura politica, perché è evidente che l’affermarsi di questo nuovo paradigma culturale avrà degli effetti sulle stesse forme della rappresentanza istituzionale e del funzionamento della democrazia”.
Su questo ultimo punto Paolo Benanti, docente di etica e bioetica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, intervenuto all’Incontro, ha sottolineato quanto sia importante “addomesticare le nuove tecnologie nello spazio democratico. Esattamente come la legge è un strumento posto dall’Istituzione per cambiare il comportamento delle persone, così queste piattaforme online e algoritmi ci influenzano profondamente, suggerendoci cosa acquistare e producendo di conseguenza più vendite”.
Le potenzialità dell’intelligenza artificiale avranno un impatto su tutti i settori della vita umana, a partire dal mondo del lavoro. “Noi delle Acli crediamo che l’Ai possa portare un reale impatto positivo solo se nessun lavoratore resti indietro”, ha affermato Manfredonia nella sua relazione conclusiva. “Proprio su questi temi, e nei confronti della povertà e del lavoro povero in particolare, registriamo il maggiore stridore dell’intervento del Governo, laddove con grande facilità ha proceduto all’archiviazione del Reddito di Cittadinanza. Tutto questo ci allarma perché siamo in una situazione socioeconomica complicata. Dobbiamo dare risposte efficaci e radicali, introducendo riforme serie che possano davvero garantire a tutti una retribuzione giusta e una vita dignitosa”.
Altra questione determinante per le Acli è la gestione delle migrazioni. “Tutto serve per gestire il flusso migratorio tranne la repressione. È urgente cambiare il patto di Dublino, pretendere un piano chiaro di salvataggio in mare e nuove leggi per l’asilo e la cittadinanza. Dobbiamo ricordarci che stiamo parlando di persone: il nostro sforzo e le nostre energie economiche, sociali e politiche dovrebbe essere sempre rivolto alla salvaguardia della dignità umana e al rispetto dei loro diritti inviolabili”, ha continuato Manfredonia.
L’Incontro nazionale di Studi si concluderà questo pomeriggio all’Istituto Storico della Resistenza della Provincia di Cuneo con un incontro e una visita guidata ai luoghi più significativi della Resistenza per unire storia e memoria. Domani, invece, le Acli parteciperanno alla Carovana della Pace, una marcia per ricordare le vittime del primo eccidio nazista in Italia, avvenuto a Boves 80 anni fa, il 19 settembre 1943. “Mai come adesso dobbiamo tenere ferma la nostra responsabilità di movimento educativo, restare vigili per denunciare le vergogne di questo tempo ed essere pronti a formare coscienze politiche”, ha concluso Manfredonia.
Qui la relazione integrale