In occasione dell’ultimo saluto a una delle donne simbolo della nostra storia, ospitiamo il ricordo delle Acli trevigiane.
Una donna tenace, determinata, coraggiosa, trasparente. Con un forte senso delle istituzioni, realmente a servizio del popolo per il bene comune. Così la ricordano anche i nostri dirigenti aclisti “vecchi” e “nuovi”, coloro che hanno conosciuto Tina Anselmi e che con lei hanno lavorato e condiviso tanti impegni ma anche i più giovani che dell’onorevole castellana hanno letto o ascoltato la testimonianza di vita.
Nei giorni in cui fiumi di parole si sommano per ricordarla e renderle omaggio, colpisce l’unanimità con cui tutti sottolineano le sue qualità più belle umane prima che politiche.
Leggi la riflessione di Laura Vacilotto, presidente provinciale Acli
“Venivamo da mondi differenti, lei partigiana e poi con esperienza nel sindacato, io dall’Azione cattolica e dalle Acli – racconta Rina Biz -; insieme è stata una “cosa” meravigliosa, condividere lo stesso pensiero formato alla scuola del cattolicesimo sociale e renderlo fecondo per il mondo del lavoro, agricolo ed operaio”. Tanti gli episodi che l’ex presidente delle Acli di Treviso negli anni 1981-1989 può raccontare, uno fra tutti il convegno organizzato dall’associazione trevigiana con Annita Leuratti per presentare in anteprima la nuova riforma del sistema sanitario nazionale voluta dalla Anselmi. “Ha avuto una sua autentica interiorità, che le ha permesso di attingere forza e battersi con vigore in politica, stando dalla parte del popolo. E le visite alla camera ardente di questi giorni lo dimostrano”.
“Militavamo entrambi nella Dc – ricorda Armando Ervas, presidente Acli dal 1957 al 1961 – abbiamo avuto numerose occasioni di incontro e di confronto. Era una donna intelligente, sensibile, il suo interesse era per le classi popolari di cui voleva il bene. Non le interessava tanto esercitare un potere se non per migliorare le situazioni di vita delle persone”. Si è imposta al rispetto di tutte le forze politiche, anche di chi aveva posizioni contrarie alle sue proprio per queste sue qualità. Concorda anche Domenico Citron, una lunga esperienza di amministratore locale a Farra e ultimo presidente Dc della provincia di Treviso dal 92 al 95.
“Aveva testa e coraggio, capacità di analisi, determinazione ad agire, onestà rigorosa – ribadisce don Giuseppe Geremia assistente delle Acli -. Lo dimostra tutta la sua biografia di vita, da quando faceva la staffetta partigiana all’impegno politico come ministro della Repubblica e presidente della commissione d’inchiesta sulla loggia P2. In fondo – sottolinea don Giuseppe – la sua testimonianza mette in luce le contraddizioni dell’oggi, l’impegno a realizzare la democrazia e la giustizia sociale nel nostro paese”.
E’ bello il ritratto che ci ripropone a veloci tinte anche Roberto Grigoletto, aclista, vicesindaco di Treviso: “L’ho conosciuta quando avevo 17 anni e mi iscrissi alla Dc. Frequentavo la sua componente, quella della sinistra Dc e in alcune occasioni l’ho anche intervistata. Quando insegnavo al Pio X l’ho invitata per parlare agli studenti di Resistenza ed è stata davvero efficacissima”. Tra le tante cose che lo hanno colpito di Tina Anselmi c’è l’ottimismo: “Era una donna allegra, non l’ho mai sentita criticare nessuno con risentimento. Sicura nelle proprie posizioni, determinata ma mai astiosa”, anche quando nel 1992 non fu più eletta in Parlamento. “Spero davvero che, alla scuola del suo esempio possano nascere e crescere persone con profili morali così alti”. Gli fa eco Paola Roma, anche lei aclista e sindaco di Ponte di Piave: “Non l’ho conosciuta di persona ma mi colpiscono la sua grinta, il suo coraggio, l’autentica testimonianza a servizio del bene comune”.
“Mi colpisce sempre una sua affermazione sul tema della libertà – ricorda Franco Bernardi, presidente del circolo Acli di Castelfranco – “Mai considerarla come spazio conquistato ma rivendicarla e difenderla in ogni tempo, nel nostro quotidiano vivere”. Presenza determinata da una forza gentile legata e vissuta, con passione e coraggio, ad una mente e da un cuore libero e profondamente credente. Un cuore ed una mente mai arreso né alla forza nazifascista né quando si è trattato di prendere con responsabilità e coraggio la presidenza della commissione di inchiesta.
“La storia di Tina Anselmi ci ricorda quanto è importante combattere per la libertà sempre – afferma Andrea Citron presidente regionale delle Acli del Veneto – da staffetta partigiana a ministro della Repubblica in lei possiamo cogliere i motivi per cui è fondamentale credere nella nostra democrazia e nella libertà che essa ci garantisce. Le riconosco la forza e il coraggio di una generazione che ci ha permesso di vivere un futuro migliore e di credere che un mondo migliore è possibile. Con Tina Anselmi se ne va un pezzo di questa nostra terra, ma resterà l’impegno di continuare traendo spunto dai suoi numerosi insegnamenti”.