Infortunio sul lavoro: i numeri del 2023
L’Inail ha reso disponibili i dati relativi al periodo gennaio-maggio del 2023: le denunce di infortunio presentate entro il mese di maggio di quest’anno sono state 245.857, in calo rispetto allo stesso periodo del 2022 (-24,1%).
Una lettura superficiale di tale dato sembrerebbe documentare una diminuzione degli infortuni sul lavoro. Ma come sempre, i dati vanno interpretati. Infatti, il calo degli infortuni è quasi esclusivamente dovuto alla diminuzione dei contagi da Covid in ambito lavorativo. Non è un caso che il settore che ha registrato la più consistente riduzione (-75,2%) sia quello della Sanità, il più colpito dai contagi lavorativi.
Purtroppo, e ne danno conto ogni giorno i media, il raffronto tra 2022 e 2023 registra una preoccupante conferma dei casi di infortunio mortale. Sono stati 358 i morti sul lavoro nei primi cinque mesi, con una lieve diminuzione pari all’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Sono aumentati gli infortuni in itinere (quelli che avvengono nel tragitto andata-ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro), passati dai 33.523 dei primi cinque mesi del 2022 ai 35.623 dello stesso periodo 2023 (+6,3%).
Malattia professionale: i numeri del 2023
Anche sul versante delle malattie professionali, i dati parlano chiaramente di un consistente aumento delle denunce: a fine maggio 2023 sono state 31.346 le patologie denunciate, ben 5.753 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+22,5%). Ormai da anni i numeri confermano il trend in ascesa delle malattie professionali, che vedono le patologie osteo-articolari, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio tra le più numerose, seguite da patologie dell’apparato respiratorio e dai tumori.
È evidente che molto ci sia ancora da fare a livello di prevenzione, agendo su diverse leve che riguardano: la formazione in tema di sicurezza (fin dalla scuola!), l’addestramento dei lavoratori, il potenziamento delle attività ispettive, la diffusione di “buone prassi” e di tecnologie innovative.
Infine, va considerato che i dati Inail non rispecchiano esattamente la realtà: quanti lavoratori sono affetti da patologie causate dal lavoro e non sono a conoscenza del fatto che esiste un indennizzo specifico o, in alcuni casi, hanno paura delle ripercussioni nel rapporto lavorativo? Oppure, quanti lavoratori hanno un rapporto in “nero” e quindi, le casistiche di infortunio, per ovvie ragioni, non finiscono nei dati statistici registrati dall’Inail?
In caso di infortunio (anche in situazioni lavorative non “regolari”) o di malattia riconducibile al lavoro, non esitare a rivolgerti al Patronato Acli, per conoscere e far valere i tuoi diritti.