Tra gli interventi in ambito previdenziale contenuti nella Legge di Bilancio 2023 spiccano di certo le modifiche apportate alla Pensione anticipata Opzione Donna con effetto dal 1° gennaio 2023.
I requisiti per la pensione anticipata
Per le lavoratrici che abbiano perfezionato i requisiti nel corso dell’anno 2022, la pensione Opzione Donna viene riproposta con alcune importanti distinzioni rispetto al passato: se l’anzianità contributiva richiesta rimane invariata (35 anni di contribuzione), l’età anagrafica passa a 60 anni per tutte le lavoratrici.
Tuttavia, per ovviare all’aumento del requisito anagrafico, è stato introdotto un meccanismo di riduzione dell’età di un anno per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.
La platea delle beneficiarie
Se in precedenza tutte le lavoratrici, dipendenti e autonome, in possesso dei requisiti di età e contribuzione previsti, potevano accedere alla Pensione Opzione Donna, da gennaio 2023 e per coloro che abbiano maturato i requisiti nel corso del 2022, il beneficio è riconosciuto solamente a coloro che si trovino in una delle seguenti condizioni:
- Prestino assistenza, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, al coniuge o ad un parente di primo grado convivente con handicap grave ai sensi dell’art.3 c.3 L.104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- Siano riconosciute invalide civili in misura superiore o uguale al 74 per cento;
- Siano lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali sia attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Per le lavoratrici in questione il requisito anagrafico viene ridotto a 58 anni a prescindere dal numero di figli.
Il trattamento pensionistico decorre dopo 12 mesi dalla maturazione del diritto a pensione, nel caso di lavoratrice dipendente, 18 mesi se la lavoratrice è autonoma.
Nessuna variazione in merito al calcolo dell’importo pensionistico: il metodo applicato, infatti, rimane quello interamente contributivo.
Una consulenza personalizzata
Andare in pensione con “Opzione Donna” è una scelta da valutare attentamente, soprattutto per quanto riguarda l’importo del trattamento pensionistico: fare questa scelta senza essere consapevoli di ciò, può comportare problemi nella sfera delle future condizioni economiche personali e della propria famiglia.
Per questo gli operatori del Patronato ACLI sono a tua disposizione per verificare con attenzione la tua situazione e per tutte le fasi del tuo eventuale pensionamento.