L’8 agosto del 1956 nella miniera di Bois du Cazier, nei pressi di Marcinelle, nel Belgio del sud, scoppia un incendio all’interno di una miniera di carbone. Il bilancio è uno dei più duri nella tragica storia degli incidenti sul lavoro: 262 morti di varie nazionalità, molti appena 18enni, 136 italiani.
Ricordare i morti di Marcinelle è un dovere. Il dovere di ricordare il passato non solo di Marcinelle, ma di tante persone che perdono la vita sul lavoro e delle loro famiglie o che sono costrette a cercare la vita altrove, e a farlo sottoponendosi a condizioni durissime e rischiose. Che con una vita di sacrifici hanno dato un futuro ai loro cari e al loro Paese.
Il dovere di ricordare quanto ancora questo sacrificio di persone e famiglie sia purtroppo una realtà che spesso ha i volti di Luana e Laila e di tanti bimbe e bimbi rimasti orfani. Che spesso ha i volti invisibili alla nostra indifferenza di chi il futuro lo perde in fondo al mare o sui sentieri drammatici di una rotta balcanica o nella violenza di un lager dei nostri alleati turchi o libici. Per questo ricordare non basta. Ricordiamo per lottare ancora per la loro dignità e per i loro sogni. Che sono anche i nostri: che venga il tempo in cui giustizia e pace si abbracceranno.