Questo sciopero rappresenta un momento importante per la sua dimensione internazionale e per il valore più complessivo di battaglia per i diritti di tutti.
Se veramente vogliamo aprire a uno sviluppo sostenibile in Europa e anche nel resto del mondo non bastano gli investimenti e la rotta tracciata da Next Generation EU, per quanto esso sia un grande punto di svolta. Oggi occorre creare regole nuove per le economie dei grandi colossi del web, più orientati ad estrarre valore che a crearlo e condividerlo nei territori.
La ricchezza prodotta è sempre frutto di un lavoro collettivo, dell’apporto di più soggetti e dei territori e paesi stessi. Non è più ammissibile che la massimizzazione estrema dei profitti e delle rendite sia diventata una sorta di variabile indipendente, a scapito di salari, tutele e di una concorrenza leale e corretta di tante piccole imprese.
Ed è ora che gli stati impongano innanzitutto di pagare tutte le tasse dove questi colossi fanno i fatturati.