La riforma della cittadinanza non è più rimandabile. Questo il messaggio emerso da più parti durante la conferenza stampa organizzata il 30 gennaio al Senato dalla rete “L’Italia sono anch’io” che raccoglie 22 organizzazioni tra cui le Acli, i sindacati, la Federazione Chiese Evangeliche In Italia, e la Fondazione Migrantes.
L’obiettivo è fare pressione sui governi perché approvino una nuova legge di cittadinanza basata sullo ius soli e non sullo ius sanguinis. La rete ha già raccolto e depositato alla Camera dei deputati 109.268 firme per la cittadinanza e 106.329 per il diritto di voto degli immigrati. Il 13 ottobre 2015, la Camera ha approvato in prima lettura la proposta di riforma della legge. Da allora la proposta è ferma sui tavoli della commissione Affari costituzionali del Senato.
“L’inerzia del governo – ha detto il senatore Luigi Manconi durante la conferenza stampa – mi provoca grande amarezza. La campagna elettorale per questa legislatura aveva come primo obiettivo la riforma della legge sulla cittadinanza. L’attuale legge non tiene conto delle trasformazioni che l’Italia ha vissuto. È talmente datata da risultare anacronistica”.
Sulla stessa linea Antonio Russo, responsabile Immigrazione per le Acli: “Il clima che si respira in Europa è preoccupante. Rimandare una riforma così importante in questo clima è veramente incomprensibile. Questa è una proposta di legge di iniziativa popolare alla quale hanno aderito 200mila persone . Quali impedimenti ci sono per approvare la legge?” conclude Russo.
La legge cambierebbe la vita di circa 1 milione di ragazzi. “È una riforma di buon senso, che rafforza i vincoli di appartenenza in un Paese disgregato e, soprattutto, una riforma di civiltà – prosegue il responsabile welfare delle Acli – Questa riforma sarà il metro per giudicare la coerenza di alcune forze politiche e la loro attenzione alle priorità del Paese reale”.
Ma la proposta è ferma, bloccata dalla Lega e senza una data certa per la discussione, come ha ribadito la senatrice del Pd Loredana De Petris: “Oggi non ci sono più scuse. L’aula non ha un calendario pieno. Volendo, si potrebbe esaminare in tempi rapidi il provvedimento. Più volte abbiamo chiesto la calendarizzazione della legge. Non si fa per paura di perdere consensi, ma ritengo sia un calcolo elettorale sbagliato”.
Sono le stesse richieste che arrivano dal movimento “Italiani senza cittadinanza”: “Oggi chiediamo fatti e non più promesse: calendarizzazione e voto della riforma della legge per l’acquisizione della cittadinanza italiana”. I rappresentanti del Senato, ai quali il movimento si è rivolto attraverso una lettera aperta, devono avere coraggio ed essere coerenti mantenendo le promesse fatte a circa un milione di giovani, cresciuti e, spesso, nati nel nostro Paese. Sono giovani che vogliono “la possibilità di votare, pari diritti per tutti i bambini e bambini che crescono in Italia e un futuro da cittadini”.